Rapinese contro le parrocchie che aiutano i migranti: «Fedeli in fuga»

Colazioni ai senzatetto Il sindaco: «Nelle parrocchie che “vanno oltre” si sono ridotti i fedeli a messa, preferiscono altre chiese»

Rincara la dose sulla situazione che si crea quotidianamente in largo Malgesini, sopra piazza San Rocco e propone che le colazioni ai senzatetto (in buona parte migranti) vengano servite a rotazione anche in altre parrocchie della città. Il sindaco Alessandro Rapinese ieri mattina su radio Capital (durante la trasmissione del mattino “The Breakfast Club”) è stato invitato per affrontare il tema finito negli ultimi giorni sulle cronache nazionali.

L’Abbondino

Ha prima rivendicato di aver dato l’Abbondino d’oro a don Roberto, ma subito dopo ha rilanciato dicendo che «anche nell’erogare un servizio nobile bisogna tenere in considerazione le istanze dei cittadini» e lanciato un affondo per descrivere la situazione nella zona. «È bene che sappiate – ha detto - che non stiamo parlando di soggetti come il povero anziano che non ce la fa o la persona rispettosa che ha bisogno di un aiuto, ma nel 90% dei casi degli stessi che, un minuto dopo che gli hai somministrato il cafferino con la brioche, te li ritrovi con la birretta e con la “cannetta”, che di certo non ricevono gratuitamente. Le narrazioni sono una cosa, la realtà è un’altra e il problema è che quegli assembramenti rendono la vita impossibile a un’altra categoria di persone che vanno tutelate e rispettate, i residenti».

A precisa richiesta dei conduttori su cosa intenda fare ha precisato: «Non sto dicendo di interrompere le colazioni, ma che tutto va fatto con misura, moderazione e sostenibilità. Ad esempio rotazioni nell’ambito territoriale in altre parrocchie. Sono certo che nessuno di noi vorrebbe che le nostre madri o le nostre figlie escano di casa si trovino di fronte lo sbandato ubriaco, molto spesso clandestino. Questa è la realtà dei fatti: la mia città è accogliente, la mia amministrazione è quella che ha riconosciuto l’Abbondino a don Roberto, ma intende tutelare la qualità di vita di tutti i cittadini».

Le lamentele

Rapinese ha evidenziato i «20 milioni spesi ogni anno per aiutare i più poveri» e ha voluto mettere le mani avanti su possibili accuse di razzismo: «Che non si dia un connotato di razzismo – le sue parole - perché io adoro la mia Repubblica e la Costituzione, ma devo garantire la qualità di vita a tutti i cittadini, anche a quelli dei quartieri in cui ricadono queste iniziative».

Nel suo intervento ha infatti dichiarato a più riprese di ricevere moltissime lamentele dai residenti poiché i ragazzi a cui viene servita la colazione poi rimangono seduti sulle rocce per l’intera giornata. «La soluzione – ha sbottato - può essere dare un caffé e una brioche e poi per 23 ore e 58 minuti lasciarli lì? Io non dico di togliere le colazioni, ma vanno gestite con la testa, sono i dati che parlano. Le stesse parrocchie che hanno avuto forme di assistenza che vanno oltre quello che è sostenibile per il quartiere hanno visto i loro credenti dimezzarsi. A messa ci va la metà delle persone, scelgono altre parrocchie».

Sui destinatari delle colazioni poi non ha limitato le accuse: «Rifiutano ogni forma di integrazione, 9 volte su 10 li peschiamo dopo la colazione con la marijuana in tasca e con la birra in mano, non è una questione di aiuto ma di gestione di un fenomeno come l’immigrazione su cui si deve essere seri. Spendiamo valanghe di soldi per aiutare i più deboli, ma aiutare qualcuno non deve mettere nei guai qualcun altro».

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