Regione, ecco la “ricetta” contro la siccità: «Lago più alto con la nuova passeggiata»

Crisi idrica Per limitare i danni della mancanza di pioggia si punta a trattenere l’acqua. Sertori: «A lavori conclusi toneremo alla quota massima recuperando milioni di metri cubi»

Se l’acqua non c’è, perché di fronte a 28 millimetri di pioggia da inizio anno ad oggi non si può far altro che allargare le braccia, l’unico modo per evitare che il lago sprofondi verso il baratro dei meno 40 sotto lo zero idrometrico è trattenere quella esistente. E un aiuto in tal senso arriverà dall’ultimazione del cantiere delle paratie.

Domani il Tavolo

Ne è convinto Massimo Sertori - assessore regionale nell’ultimo mandato e prossimo alla riconferma - alla vigilia del Tavolo sull’utilizzo della risorsa idrica in Lombardia (convocato per domani alle 11.30 in Regione) che tra gli obiettivi ha quello di «trattenere più risorsa possibile nei grandi laghi regolati», tra cui il Lario.

Il concetto espresso da Sertori è il seguente: «Il cantiere delle paratie è oltre il 60% di lavorazione. A lavori conclusi si potrà ripristinare la quota originaria dell’altezza massima del lago, recuperando circa 10 centimetri di altezza. Questo equivale a circa 15 milioni di metri cubi d’acqua in più che si possono immagazzinare».

In buona sostanza, a cantiere concluso si potranno sfruttare appieno i 120 centimetri della quota di esondazione (pur lasciando le paratie chiuse) senza che il lago esondi. Da lì in poi serviranno invece le barriere anti-esondazione.

Questo concetto è stato rafforzando dal direttore del Consorzio dell’Adda, Luigi Bertoli, che nel contempo ha rimarcato la difficile situazione del livello del lago, con il deflusso che martedì 28 febbraio ha toccato il suo picco negativo del periodo da quando sono iniziate le rilevazioni. Un 28 febbraio con un deflusso così risicato non si era infatti mai verificato dal 1946 ad oggi.

«Avendo un livello di legge (i 120 centimetri sopra lo zero idrometrico, ndr), a paratie completate potremo andarci vicino, al contrario di quanto accade adesso - dice Bertoli - Spiego così il concetto: con l’intervento sul lungolago di Como terminato, potremo trattenere più a lungo l’acqua quando entra in forze nel lago. Sono i 15 centimetri di cui parla l’assessore Sertori. Lo facessimo oggi, il lago rischierebbe seriamente di arrivare in piazza in “tempo zero”. Stiamo ragionando su 15-20 milioni di metri cubi in più trattenuti nel lago. Oggi a 105 centimetri garantiamo il massimo deflusso, altrimenti il lago andrebbe in piazza. E questo lo facciamo da anni, abbassando il limite anche sotto i cento centimetri rispetto al massimo deflusso in caso di previsioni meteo particolarmente nefaste. Con le paratie finite, possiamo arrivare sino ai 120 centimetri sopra lo zero idrometrico. Da lì in poi ci penseranno le barriere. Si tratterebbe di una gestione conservativa, che permetterebbe di non dilapidare milioni di metri cubi d’acqua che andrebbero dispersi a valle. Ci tengo a rimarcare che noi abbiamo sempre lavorato per tutelare piazza Cavour. Ora avremo una garanzia in più».

Minimi storici

E con il deflusso ai minimi storici, il lago ieri si attestava a meno 9,1 centimetri sotto lo zero idrometrico, con una percentuale di riempimento scesa al 18,8%. Un altro punto percentuale in meno e un dato sull’afflusso nel tardo pomeriggio di ieri addirittura non disponibile.

Nel frattempo, la questione siccità - laghi inclusi - è approdata a Palazzo Chigi grazie al Tavolo presieduto dal presidente del Consiglio, Giorgia Meloni. L’idea è quella di dare pieni poteri ad un commissario straordinario, che dovrà concretizzare le iniziative messe in campo dalla cabina di regia all’interno della quale verrà messo in campo un piano idrico straordinario nazionale d’intesa con le Regioni e gli enti territoriali.

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