Regione, i comaschi
e il bonus di 600 euro
«Assurdo chiederlo»

I cinque eletti a Como e la bufera sui parlamentari. Unanime la condanna: «Serve ai cittadini in difficoltà...». Fermi ora invita chi ha ottenuto il benefit a dichiararlo

Se nessuno dei deputati comaschi ha chiesto il bonus da 600 euro, lo stesso vale per i rappresentati del territorio lariano in Regione Lombardia. Una vicenda, quella della misura di aiuto agli autonomi e liberi professionisti colpiti dal Covid, di cui si parla senza sosta.

Politica e credibilità

«Spiace perché per colpa di pochi poi si rischia di fare di tutta un’erba un fascio, facendo ulteriormente perdere di credibilità la classe politica». Sono queste le parole di Alessandro Fermi (Forza Italia), avvocato e presidente del consiglio regionale. «Parliamo di una misura di aiuto a chi ha bisogno, figuriamoci se devono chiederlo politici con indennità cospicue. Non sono a conoscenza se qualcuno in Regione Lombardia abbia richiesto il bonus e spero proprio di no, ma mi auguro che se qualcuno dovesse trovarsi in questo imbarazzo faccia outing e spieghi le motivazioni, poiché prima o poi verranno fuori i nomi». Insomma, come a dire, di chiarire prima di finire nel tritacarne mediatico. Fermi invita poi a fare « un distinguo con i consiglieri comunali e i sindaci dei piccoli comuni, che investono tempo e rinunciano anche alla professione per il proprio territorio».

Proprio ieri, ad esempio, si è autodenunciato il sindaco di Solbiate con Cagno Federico Broggi (Pd), che qui sotto spiega il perché della richiesta del contributo. Il consigliere regionale dem Angelo Orsenigo, commercialista, interviene dicendo: «Non ho chiesto nulla, non mi sarebbe nemmeno venuto in mente di farlo. Invito però a distinguere tra consiglieri regionali e parlamentari e chi, invece, fa politica e percepisce compensi molto bassi. E mi riferisco, ad esempio, a Broggi». Poi aggiunge: « Quanto sta emergendo nel complesso è disgustoso. Certo è che a monte andavano messi dei vincoli maggiori sull’utilizzo della misura. Il politico, però, a prescindere da tutto, ha un dovere morale». Da Raffaele Erba, esponente del Movimento 5 Stelle, arriva un appello alla trasparenza più totale. «Ho la partita Iva, ma non ho fatto nessuna richiesta - commenta - la trovo decisamente fuori luogo, visto che l’obiettivo della misura era quello di aiutare chi ha davvero bisogno. A questo punto sarebbe il caso che si facesse in Regione , ma direi a tutti i livelli, un’operazione trasparenza. È giusto nei confronti dei cittadini. Siamo di fronte a uno schiaffo nei confronti di chi si trova in difficoltà». Anche lui invita a guardare in modo oggettivo le diverse situazioni: «È doveroso fare una differenza tra i lauti stipendi, come parlamentari e consiglieri regionali, e la platea dei consiglieri comunali, che tante volte si dedicano quasi volontariamente al Comune».

Stipendi da 9100 euro

Parlano di «assurdità» anche i due consiglieri regionali della Lega. «Non ho richiesto alcun bonus personale, ci mancherebbe - dice il sottosegretario Fabrizio Turba -.Il mio commercialista mi aveva chiesto se ero interessato, ma immediatamente ho detto assolutamente no. Parliamo di una misura per chi ha bisogno in un momento critico. Noi prendiamo 9100 euro al mese, direi davvero che sarebbe assurdo chiedere il bonus da 600 euro». La collega Gigliola Spelzini, docente in aspettativa (e quindi, non avrebbe nemmeno potuto presentare la richiesta), dice: «Siamo di fronte a un bonus per persone in difficoltà, assurdo che lo chieda chi non è in questa situazione e fa il politico ad alti livelli e con compensi di un certo tipo. L’etica deve venire prima di tutto».n G. Ron.

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