Rischia di annegare, salvato da un agente
Ora lotta per la vita in Rianimazione

Diciotto anni, residente nel Monzese, è ricoverato in condizioni critiche dopo un tuffo in viale Geno - Deve la vita a un poliziotto della Polstrada richiamato dai passanti dopo il tentativo, andato a vuoto, di un turista

Como

Un ragazzo di 18 anni residente a Cavenago Brianza, è ricoverato dal primo pomeriggio nel reparto di Rianimazione dell’ospedale di Lecco, in condizioni giudicate «molto critiche», dopo essersi tuffato nelle acque del lago in corrispondenza della passeggiata Ramelli, in viale Geno, ieri poco prima delle 13.

Con lui c’erano tre amici, tutti minorenni. Hanno chiesto aiuto ai passanti appena hanno capito che qualcosa non andava, e che il loro amico non riemergeva più.

Il primo a tentare di salvarlo, tuffandosi, è stato un turista ma se il giovane - di origine tunisina - riuscirà a salvarsi, lo dovrà quasi certamente alla prontezza di un agente della polizia stradale che con il collega passava in pattuglia in quegli stessi istanti.

Il poliziotto si è tolto stivali e cinturone e si è tuffato, immergendosi nel tentativo di afferrarlo. Per tre volte è riemerso a prendere fiato, per quattro si è rituffato seguendo le indicazioni che il suo collega gli impartiva dall’alto, potendo usufruire di una visuale migliore di quella di chi si trova a pelo d’acqua.

Lo ha visto dopo essersi immerso per la quarta volta, in condizioni ambientali e di visibilità pessime, nell’acqua torbida e freddissima, nonostante la temperatura ambientale esterna (per non dire dei tanti detriti che ancora rimangono nonostante le operazioni di bonifica svolte in questi giorni lungo le rive). Lo ha afferrato per un braccio e lo ha riportato a galla, privo di conoscenza, avviando le manovre di rianimazione un istante prima che in viale Geno arrivassero anche i mezzi dei vigili del fuoco e i soccorritori del 118.

Appena il battito ha ripreso, il giovane è stato trasferito in elicottero all’ospedale di Lecco.

Qualcosa in più sulle sue condizioni si saprà questa mattina. I suoi amici, sotto choc, sono stati a loro volta ascoltati dagli agenti.

Arrivano tutti da fuori provincia, e la storia si ripete più o meno identica ogni anno: prendono un treno da Milano, raggiungono la stazione e si incamminano o verso il Tempio Voltiano o verso viale Geno con il solito obiettivo di fare un bagno.

Costellare la zona di cartelli che indicano il divieto di balneazione non è mai bastato a impedire tuffi e nuotate. Con conseguenze troppo spesso tragiche.

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