“RitrovaMenti”: un progetto per i nostri figli

Scuola Nuova tappa ieri dell’iniziativa voluta da Cometa per fornire alle famiglie sostegno emotivo e relazionale. Tra gli obiettivi anche la lotta alla dispersione scolastica

L’importanza dello stare in relazione con gli altri, per crescere insieme nel dialogo tra famiglie, educatori e operatori, al fianco dei giovani. Questo al centro dell’incontro che si è svolto ieri mattina nell’Aula Magna del Chiostro di Sant’Abbondio organizzato da Cometa e promosso all’interno del progetto RitrovaMenti, che dà sostegno psicologico, emotivo e relazionale per minori e famiglie. Tanti i relatori presenti, esperti del settore, e l’attore Lino Guanciale, molto sensibile al tema.

«Il grazie non è mai scontato e deve risuonare oggi per questo lavoro fatto da Cometa e altri partner quando si affrontano tematiche così complesse - ha evidenziato il vicesindaco Nicoletta Roperto -. Il lavoro di squadra è fondamentale, soprattutto in un momento storico così particolare e difficile. Trovarsi intorno a un tavolo è la forma migliore per affrontare le sfide sempre più crescenti».

Valore aggiunto

«Questo è un progetto che ha un valore aggiunto - ha evidenziato Laura Parolin, presidente del direttivo dell’ordine degli psicologi della Lombardia - spesso si parla di fare rete e qui si costruisce con aspetti interessanti. Bisogna portare al centro il concetto di incontro e riflessione con attenzione alle relazioni e all’età evolutiva». Iolanda Zitano, dell’ufficio scolastico territoriale, ha sottolineato come il progetto abbia «coinvolto una decina di scuole che hanno contribuito a individuare situazioni di disagio ma anche diffondere e veicolare opportunità e iniziative anche contro la dispersione scolastica». «Abbiamo cercato di rispondere al bisogno di azionarsi per la cura del benessere emotivo e psicologico di ragazzi e bambini che da tempo versano in uno stato di difficoltà - sono state le parole di Monica Testori, di Fondazione Cariplo - Il bando Attenta-Mente ha finanziato 57 progetti, con una grande risposta e attivazione dei territori. L’obiettivo è intercettare la sofferenza emotiva e psicologica, attivare percorsi terapeutici, formare gli adulti di riferimento e soprattutto dar voce e strumenti ai nostri ragazzi per raccontarsi e prendere in mano il loro progetto di vita».

Presente anche Maurizio Morlotti, direttore socio sanitario dell’Asst Lariana: «Il mondo sta cambiando, le risorse sono scarse e dobbiamo credere noi in questo concetto di rete, massimizzando gli sforzi per curare meglio gli utenti e stare vicini alle famiglie. Come Asst siamo presenti e ci impegnano».

Pensare insieme

Franca Olivetti Manoukian ha introdotto la tavola rotonda a cui hanno partecipato la sociologa Sara Nanetti, lo psicoterapeuta Rosario Montirosso, il neuropsichiatra infantile Stefano Benzoni, infine don Giovanni Fasoli, sacerdote e psicoterapeuta. «Dai confronti delle situazioni difficili dei nostri figli, la strada che possiamo percorrere è pensare insieme per riuscire a dialogare su una base di stima e fiducia reciproca che si può costruire poco a poco. Dobbiamo avere un obiettivo, arricchire il nostro quadro di riferimento, le visioni che abbiamo, per questo abbiamo interpellato persone che incontrano bambini e ragazzi e riflettono su quello che hanno portato. Ci troviamo tra due sponde: da una parte la sponda che ci dice “i nostri figli sono grandi” con il rischio che siano abbandonati, dall’altra il controllo e la preoccupazione».

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