Rsa, rette carissime: dal dopo pandemia aumenti del 10%

Terza età Sette euro di incremento medio giornaliero - È quanto emerge dall’ultimo rapporto Cisl pensionati - Como è il capoluogo più caro dopo Milano e Monza

Rsa, le rette aumentano ancora. Dalla pandemia a oggi i costi per le famiglie sono cresciuti del 10%. Como è la più cara dietro a Milano e Monza.

Secondo l’ultimo rapporto dei pensionati lombardi della Cisl le rette minime delle case per anziani dal 2019 al 2023 nel territorio coperto dall’Ats Insubria sono aumentate di 7,04 euro, in percentuale il 9,27% rispetto alla tariffa giornaliera che è pari a 75,98 euro. Nello stesso periodo la tariffa massima è salita di 6,86 euro, più 8,06%, la tariffa giornaliera è arrivata a 85,11 euro.

La situazione nei capoluoghi

Non bastasse, andando a controllare le rette soltanto a Como città nel 2024 c’è stato quasi ovunque un ulteriore balzo. Al Don Guanella tra uno e due euro al giorno, un euro e mezzo alla casa Santa Maria della Provvidenza, quattro euro per la tariffa minima alle Giuseppine, altri tre per la quota massima alle Marcelline, fermi i prezzi alla Ca’ d’Industria dove però un soggiorno a Le Camelie costa già 122 euro ogni ventiquattro ore.

«L’andamento dell’ultimo quadriennio mostra che sempre un numero maggiore dei servizi aggiuntivi nelle Rsa in Lombardia – scrive inoltre il sindacato - stanno passando dall’essere comprese nella retta ad esserne esclusi, con il conseguente aumento dei costi da parte dell’utenza, oltre ovviamente alla retta giornaliera».

Sempre dal documento della Cisl emerge una grande forbice tra le varie province lombarde. Milano centro e Monza sono su tutti i territori dove le Rsa costano di più, mentre a Sondrio o a Brescia la quota a carico delle famiglie è molto più contenuta. Calcolata la retta media, il divario in Lombardia arriva fino a 27 euro al giorno. A Como le tariffe sono tra le più salate (80,55 euro al giorno), non tanto quanto Milano dove la retta costa nove euro di più (89,34), ma ben 18,5 euro più di Sondrio (62,05 euro). Siamo dietro a Monza (82,55 euro), ma molto sopra a Brescia (64,25 euro) oppure alle Rsa della Valpadana (66,11 euro) o di Pavia (67,18). La variabilità dei prezzi dipende dalle libere scelte delle singole Rsa, spesso interconnesse al caro vita dei diversi territori, che la Regione vorrebbe omogeneizzare. Sul contenimento dei costi il sindacato chiede all’assessorato regionale al Welfare di aggiornare le quote corrisposte alle Rsa per la parte sanitaria, che spesso sfora e viene caricata sulle spalle degli utenti.

In generale il numero dei posti nelle Rsa nell’ultimo lustro è di poco aumentato, ma secondo la Cisl i nuovi letti non sono tutti coperti dal servizio sanitario. «Al non aumentare dei posti letto contrattualizzati – si legge nel documento - aumentano quelli solventi e con loro i costi a carico delle famiglie».

Il nodo delle liste d’attesa

C’è poi il tema delle liste d’attesa, tornate a crescere dopo la pandemia. L’ultimo dato diffuso dall’Ats Insubria aggiornato a inizio giugno riporta 4.878 domande in coda nelle Rsa di Como e provincia, di queste 296 in città. Il numero reale di famiglie che aspettano, tolte le domande doppie o triple, è pari a circa 1.500. L’aumento delle liste d’attesa registrato dalle case per anziani dell’Ats Insubria tra il 2022 e il 2023 è stato pari al 35%.

© RIPRODUZIONE RISERVATA