Visite, volevano ridurre le attese
Sono riusciti ad allungarle

Sanità Gli investimenti non sono bastati a snellire le code negli ospedali - Per una mammografia servivano 258 giorni a fine ’23, oggi ne servono 397

Como

Liste d’attesa, pochi passi avanti. Negli ultimi mesi più volte governo e regione hanno annunciato misure e investimenti per snellire le code nella sanità, anche razionalizzando l’offerta e cancellando le prenotazioni doppie se non triple. Però, a sentire i medici di medicina generale e i loro pazienti, le cose non sono ancora cambiate, almeno per alcune prestazioni l’accesso resta complicato.

I dati registrati dalla nostra Ats circa i tempi d’attesa medi mettono anzi in luce qualche passo indietro. Dalla fine del 2023 alla metà del 2024 ci sono esami e visite che hanno visto un allungamento delle file non indifferente. Per esempio è critica l’area gastroenterologica, per una colonscopia all’ospedale di Erba i giorni medi sono passati da 86 a 106, per un simile esame all’esofago da 70 a 162. Sono peggiorati i tempi al Valduce per una visita pneumologica (da 188 a 285) o per una mammografia (da 258 a 397). Certo ci sono anche prestazioni che hanno visto un miglioramento, ad esempio la diagnostica per immagini del Sant’Anna, dalle risonanze alle ecografie. Al contrario però, sempre prendendo soltanto alcuni esempi, delle visite dermatologiche (da 44 a 132) o di quelle ginecologiche (da 120 a 144) all’ospedale di Cantù.

I singoli casi non compongono una statistica complessiva, è vero, ma le segnalazioni da parte degli utenti sono ancora numerose, per i comaschi è sempre complicato fare entro l’anno un intervento alla cataratta oppure piccole operazioni dermatologiche. Ieri tramite il fascicolo sanitario, fatta una prova, non si trovava posto a Como e neppure a Varese per una prima visita dermatologica, per fare una colonscopia c’è un solo appuntamento libero a Villa Aprica nel luglio del 2025, oppure a Cittiglio sempre dalla prossimo estate, per un’ecografia all’addome niente da fare in tutta la provincia come pure nel varesotto, c’è spazio invece in via Napoleona dall’Asst Lariana per una visita allergologica, per un controllo oculistico dalla metà del 2025 bisogna salire a Gravedona, per farsi vedere da un cardiologo c’è posto ma soltanto al Cof di Lanzo, per una Tac si può andare da Synlab oppure ancora nell’alto lago.

Insomma, bisogna spostarsi, oppure pretendere che l’ospedale prenda in carico la richiesta anche laddove non ha appuntamenti liberi, cercando anche nelle altre strutture e come estrema ratio liberando un posto dalla libera professione.

Nei giorni scorsi Anaao Assomed, la sigla che rappresenta la dirigenza medica ospedaliera, attraverso un duro comunicato ha spiegato che a suo dire «sulle liste d’attesa nulla è stato fatto». Per quanto un decreto governativo non può cambiare subito un problema così complesso secondo il sindacato dei medici le norme attuate sono «monche, insufficienti», «non basta aumentare le retribuzioni del lavoro straordinario chiedendo agli operatori di aumentare le prestazioni offerte».

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