Sanitari in corsia senza il vaccino
Ancora non si sa chi siano

Ats Insubria tarda a fornire gli elenchi e gli ospedali Villa Aprica e Valduce non possono provvedere alla sospensione - Primi controlli anche in città da parte dei carabinieri del Nas

Como

I sanitari per lavorare devono obbligatoriamente fare il vaccino, il decreto approvato l’1 aprile stabilisce in alternativa la loro sospensione senza retribuzione o dove possibile il trasferimento in una situazione non a contatto con il pubblico.

Al Valduce e a Villa Aprica però non è ancora arrivato da Ats Insubria l’elenco degli operatori e dei medici non vaccinati. Entrambi gli ospedali sono fiduciosi, se non sicuri, che la quasi totalità del loro personale sia coperto e vaccinato. Ma per verificare eventuali eccezioni attendono i nomi e i cognomi dalle autorità sanitarie. Per ragioni di privacy non possono contestare la mancata vaccinazione ai dipendenti senza avere in mano documenti ufficiali.

Certo, dal 15 ottobre, da quando in tutti i luoghi di lavoro pubblici e privati servirà il Green pass, come datori di lavoro questi ospedali potranno più agevolmente controllare i certificati. Ma è pur vero che speravano di poter mettere in pratica già da mesi l’obbligo per il mondo della sanità scattato ad aprile.

Nel frattempo a controllare ci stanno pensando i Nas. Sabato i carabinieri dello speciale nucleo sono arrivati al Valduce domandando il Green pass di un’operatrice sanitaria non vaccinata che comunque si trova a casa perché in maternità nella fase dell’allattamento. Sempre i Nas hanno fatto già visita nelle scorse settimane ad alcune Rsa, per esempio quella di San Fermo.

L’Ats Insubria ha comunque inviato 350 accertamenti a sanitari comaschi non vaccinati, il dato è aggiornato a inizio mese. Nell’Asst Lariana sono stati richiamati 24 operatori, di questi otto si sono poi fatti vaccinare mentre 16 sono stati lasciati a casa. Le segnalazioni non riguardano solo gli ospedalieri, gli Ordini dei medici, dei farmacisti, degli infermieri e dei tecnici delle professioni sanitarie hanno confermato decine di sospensioni. Devono fare il vaccino anche psicologi, dentisti, fisioterapisti, non ci sono Green pass che tengano, per i sanitari è un vero obbligo.

Per i più contrari che mettono in pratica terapie discutibili e fuori dal seminato in teoria esiste anche la radiazione. I medici radiati devono proprio togliere il camice. Solo che da quasi due anni l’Ordine dei medici non può di fatto radiare nessuno.

«Confermo – spiega Gianluigi Spata, presidente dei medici di Como – noi in autonomia possiamo avviare il procedimento disciplinare, convocare l’interessato e fare tutte le verifiche del caso. In conclusione la commissione può sanzionare con la massima pena il collega, radiandolo dall’Ordine. Questi però ha diritto di fare ricorso ad uno speciale organo ministeriale dove siedono i vari rappresentanti delle federazioni. Questo consesso però non viene nominato da quasi due anni. Dunque nel frattempo medici radiati che hanno fatto ricorso continuano a lavorare». Insomma, l’impressione è che obblighi, sospensioni e radiazioni si scontrino poi con le concrete e reali difficoltà nell’eseguire quanto stabilito dalla legge.

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