Sant’Anna, la guardia cade e si fa male. L’indagine Ats: «Colpa del direttore»

Il fascicolo Addetto alla vigilanza scivola sulle scale e si procura una grave lesione alla caviglia. Dalla Procura informazione di garanzia a Banfi: «Disattese le norme della sicurezza sul lavoro»

L’addetto alla vigilanza interna dell’ospedale cade dalle scale e si procura una lesione alla caviglia che lo costringe a ben 129 giorni di malattia. L’Ats indaga, e punta il dito contro il direttore generale del Sant’Anna: non ha rispettato le norme della sicurezza sul lavoro.

C’è un curioso intreccio di istituzioni sanitarie nel fascicolo d’indagine chiuso dalla Procura di Como e notificato al numero uno di Asst Lariana, Fabio Banfi. Formalmente indagato con l’accusa di lesioni colpose aggravate, il direttore dell’ospedale comasco è ritenuto responsabile dell’infortunio patito da un addetto alla vigilanza in quanto datore di lavoro.

L’infortunio

L’incidente risale al febbraio di due anni fa. Durante il giro del mattino per l’apertura delle porte degli ingressi dell’ospedale, mentre scendeva da una rampa di scale esterna alla struttura di San Fermo, la guardia interna dell’ospedale è scivolata rovinosamente. Una caduta che ha provocato al lavoratore una distorsione della caviglia particolarmente grave, visto che alla fine ha avuto ben 129 giorni di malattia (peraltro già rimborsati dall’Inail, in quanto considerato a tutti gli effetti un danno da infortunio sul lavoro). L’addetto alla vigilanza ha presentato una denuncia sull’accaduto, e il pubblico ministero Simone Pizzotti - titolare del fascicolo d’indagine - ha affidato alla squadra specializzata in infortunistica sul lavoro dell’Ats Insubria gli accertamenti del caso. E proprio il lavoro dell’Ats è sfociato in un’accusa diretta al direttore generale dell’altra istituzione sanitaria comasca, l’Asst Lariana.

Banfi: «Sono fiducioso»

In buona sostanza, stando alla relazione finale, Banfi non avrebbe rispettato le norme in materia di prevenzione degli infortuni sul lavoro. In particolare non avrebbe fornito all’addetto alla vigilanza dispositivi di protezione individuale idonei per la sua mansione, ovvero niente anfibi come, al contrario, sarebbe previsto dal regolamento interno per il servizio di vigilanza.

Inoltre allo stesso numero uno del Sant’Anna è stato pure contestata la mancata valutazione dei rischi per la salute, connessi in particolare con i rischi da caduta e scivolamento.

Sotto inchiesta erano finiti anche il capo delle guardie dell’ospedale Sant’Anna e il responsabile della sicurezza. Per entrambi il pubblico ministero Pizzotti ha chiesto l’archiviazione delle accuse, sostenendo che non avendo poteri di spesa non potevano intervenire a dotare il dipendente dei presiti antinfortunistica che - a detta dell’indagine - avrebbe dovuto avere. La guardia infortunata ha presentato opposizione.

Il direttore generale del Sant’Anna, Fabio Banfi, ha commentato così l’indagine che lo vede coinvolto: «Attendiamo fiduciosi l’esito del lavoro della magistratura assicurando il massimo livello di collaborazione e riservatezza alle autorità inquirenti. È il caso tuttavia di precisare che l’infortunio consisterebbe in un trauma distorsivo dell’articolazione tibio-tarsica da cui sarebbe derivata una malattia guarita in 129 giorni».

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