Scontro in via Milano, sotto accusa il casco a elmetto

L’incidente Promessa del nuoto, 17 anni, ricoverata in coma in condizioni critiche dopo uno scontro in scooter

Lotta per la vita nel reparto di rianimazione dell’ospedale Sant’Anna, la giovanissima che sabato 3 agosto è rimasta vittima di un incidente stradale in via Milano bassa, all’altezza dell’incrocio con via Cigalini. Uno scontro terribile, avvenuto davanti agli occhi di decine di testimoni. Lei ha diciassette anni, è comasca, ed è una promessa del nuoto. Attorno alle dieci di ieri mattina, in sella al suo scooter bianco, scendeva lungo via Milano bassa verso il centro. Davanti a lei alcune auto in colonna.

L’incidente

All’altezza dell’incrocio con via Cigalini una donna, al volante di una Renault Captur, rallenta e si ferma per voltare verso la stradina a senso unico, che conduce in via Cadorna. L’auto inizia la manovra senza avvedersi dell’arrivo, da dietro, dello scooter con in sella la ragazza, che stava procedendo superando le auto ferme in colonna.

L’impatto è stato improvviso e inevitabile.

Lo scooter, urtato dall’auto, è stato sbalzato verso il lato opposto della strada (dove, peraltro, fortunatamente non vi erano pedoni che altrimenti sarebbero stati travolti dalla moto, che si è fermata proprio sul marciapiede). La ragazza è finita anche lei sulla corsia opposta, a una trentina di metri dal punto d’impatto. Nella caduta ha picchiato con violenza la testa e il volto contro l’asfalto e il cordolo del marciapiede. Quando i primi passanti sono accorsi per prestarle soccorso, l’hanno trovata a terra priva di conoscenza.

Tra le prime persone ad accorrere per verificare le condizioni della ragazza, il farmacista di via Milano: l’incidente è avvenuto proprio davanti alla sua farmacia. È stato chiaro immediatamente che la ragazza fosse in condizioni molto gravi. Immobile prona sull’asfalto, ovviamente nessuno l’ha toccata o spostata per evitare di causare ulteriori lesioni.

Immediatamente sono scattati i soccorsi.

L’équipe dell’automedica del 118 e i volontari della Croce Azzurra hanno medicato la ragazza per quasi mezz’ora. Prima per immobilizzarla, preservando eventuali traumi alla colonna vertebrale, quindi intubandola. E, successivamente, portandola in codice rosso al pronto soccorso dell’ospedale Sant’Anna. Qui la ragazza, liceale in città e, come detto, promessa del nuoto comasco, è stata ricoverata nel reparto di Rianimazione in coma e, di conseguenza, in prognosi riservata. La colpa: un gravissimo trauma cranico che avrebbe causato un’emorragia cerebrale, la cui entità sarà da valutare nei prossimi giorni.

Casco sotto accusa

Difficile affermarlo con certezza, ovviamente, ma i traumi riscontrati dai sanitari con ogni probabilità sarebbero stati decisamente meno gravi se la ragazza avesse indossato un casco integrale, anziché il casco jet, il cosiddetto elmetto, tanto in voga tra gli scooteristi soprattutto in estate.

Uno studio di alcuni anni fa eseguito congiuntamente dal Niguarda e dal San Gerardo di Monza aveva fatto emergere come «l’utilizzo dei caschi jet ha raddoppiato il rischio di riportare lesioni che necessitavano trattamenti chirurgici e cure in terapia intensiva» e che quei caschi non offrano una protezione adeguata di tutta la testa.

Ma quel che conta, ora, è che la giovane superi la fase critica e si possa salvare.

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