Continua il dibattito sullo ius scholae. Molteni: «Attirerebbe altri clandestini»

Politica Sulla proposta di Forza Italia interviene il leghista sottosegretario al ministero dell’Interno, Nicola Molteni

Un no secco allo ius scholae (la cittadinanza automatica ai ragazzi che hanno compiuto uno o due cicli di studio in Italia) arriva dal sottosegretario all’Interno, il canturino Nicola Molteni. «Credo di conoscere molto bene la legge 91 del 1992 sulla cittadinanza – spiega il leghista – ed è una legge che funziona e che va difesa. L’Italia è il Paese in Europa che concede il maggior numero di cittadinanze, parliamo di oltre 200mila all’anno negli ultimi 10 anni per un totale di 1,5 milioni concesse. Quando qualcosa funziona chissà perché non si sa perché debba essere cambiato...».

Chiarisce poi i motivi della sua contrarietà all’ipotesi che ha anche diviso Forza Italia al suo interno. «Sono contrario al principio di automatismo – commenta - perché la cittadinanza non è un regalo di Stato, ma va voluta, chiesta, ottenuta e meritata. Inoltre la cittadinanza non è uno strumento per integrare, ma l’approdo di un progetto integrativo. La scuola è sicuramente un tassello, ma non è l’unico».

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Secondo Molteni le conseguenze sarebbero negative innanzitutto sul fronte dell’immigrazione: «Si avrebbero figli italiani e genitori stranieri e questi ultimi, così come i fratelli conviventi, diventerebbero inespellibili senza contare che le procedure di ricongiungimenti familiari sarebbero più rapide e veloci e questo sarebbe un fattore attrattivo di nuova immigrazione illegale. Siamo in un contesto di dati sull’immigrazione ottimi, anche su Como, rispetto allo scorso anno. Abbiamo avuto il 64% di sbarchi in meno e il 20% di espulsioni in più e quindi parlare di cittadinanza ora non mi pare una scelta particolarmente azzeccata».

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Dal punto di vista politico Molteni dice: «Non metto in discussione la legittimità di Tajani, ma Forza Italia non è mai stata favorevole né allo ius soli né allo ius scholae, salvo alcuni esponenti e lo dico perché è un tema che seguo da anni. Legittimo avere idee diverse, ma si arriverà a un punto in cui le sinistre presenteranno atti parlamentari e potrebbe essere un problema anche se mi pare che la marcia indietro fatta sia già sintomatica. Non era nel programma, la legge c’è e funziona bene e va difesa. Alcuni sindaci mi hanno scritto, ad esempio, auspicando che si valorizzi la lingua italiana poiché tanti di coloro che diventano cittadini non la conoscono. Ricordiamoci poi che lo ius scholae nell’Europa spesso invocata a sinistra non esiste. Parliamo di un tema su cui c’è stato il grande fallimento della sinistra e non deve essere il centrodestra a risolverlo».

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