Screening, è allarme: aderisce solo
la metà dei comaschi

Sanità Ignorate le campagne di prevenzione dei tumori. L’allarme dell’Associazione Palma, di Ats e Valduce. Mammografia: 47mila lettere, rispondono solo in 22mila

Meno della metà dei comaschi aderisce alla campagne di prevenzione dei tumori. Se tutti avessero fatto i test gratuiti negli ultimi due anni avremmo scoperto per tempo mille diagnosi in più.

Ieri sera al Cardinal Ferrari l’associazione Palma, insieme all’Ats e al Valduce, ha voluto rilanciare il tema della prevenzione, un argomento considerato cruciale per la sopravvivenza stessa del nostro sistema sanitario, sempre più costoso e sempre più gravato dall’invecchiamento della popolazione. Purtroppo però gli ultimi dati sui tre principali screening gratuiti per prevenire il cancro al seno, al colon retto e all’utero non sono confortanti. Le cose invece di migliorare peggiorano.

Nel 2024 allo screening mammografico ha aderito soltanto il 47% delle comasche tra i 45 e i 74 anni invitate: spedite 47mila lettere, sono andate in ospedale solo 22mila donne. Una percentuale peggiorativa rispetto al 2022 e al 2023, quando l’adesione raggiungeva il 49%. Allo screening del colon retto, ovvero l’esame occulto delle feci da consegnare comodamente in farmacia, ha partecipato il 48% dei cittadini comaschi invitati. Meglio le donne (51%) rispetto agli uomini (45%), con un lieve aumento generalizzato nel target compreso tra i 50 e i 74 anni rispetto al precedente biennio che aveva registrato un’adesione complessiva pari al 46%. Non a caso di recente anche dalla Regione, alla luce dei primi dati del 2024, è arrivato un richiamo a lavorare sulle campagne di screening e sulle vaccinazioni.

Secondo l’Ats, sulla base dell’incidenza media delle malattie tumorali, le diagnosi mancate sono circa mille in due anni, più o meno la metà relative al solo territorio di Como. Questo significa che se l’adesione agli screening arrivasse al 100% i medici potrebbero combattere un migliaio di tumori per tempo, senza attendere che la malattia si aggravi silenziosamente. Proprio a questo del resto servono le campagne di prevenzione.

Infine lo screening della cervice uterina, che è l’unico che vede un aumento dell’adesione, a Como passa dal 44% del 2023 al 47% nella fascia tra i 52 e i 64 anni. In realtà però sale solo la percentuale, infatti il numero delle donne testate è lo stesso, c’è piuttosto stata una riduzione degli inviti spediti.

È vero che, ha spiegato ieri sera Franco Radaelli, il primario della Gastroenterologia del Valduce invitato dall’associazione Palma al convegno, diversi pazienti eseguono già colonscopie e mammografie per conto proprio sulla base dei propri percorsi di cura, dunque si tratta di soggetti che non aderiscono alle campagne di screening. Ciò nonostante «sulla prevenzione occorre certo fare di meglio».

C’è poi un’ultima debacle clamorosa che riguarda lo screening dell’Hcv (epatite C), una patologia che può fare gravi danni rimanendo nascosta per molti anni. Si tratta di un test semplice avviato dal 2022 e diretto ai nati tra il 1969 e il 1989, che si può fare gratis ogni volta che ci si reca a fare un prelievo del sangue tramite l’Asst Lariana, il Valduce o l’ospedale di Erba. Bene, su un target pari a 168mila persone i soggetti che hanno aderito sono 11mila, il 6%, davvero poco. L’Ats a tal proposito invita a fare questo esame prima che la campagna termini, a fine anno, sarebbe altrimenti un’occasione mancata.

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