Scuola, al via l’istituto tecnico di 4 anni: «Interessante, ma tempi troppo stretti»

La sperimentazione Il ministro ha firmato il decreto, candidature entro fine dicembre. Scettici i dirigenti comaschi, ma per il Cfp di Albate è «una trasformazione indispensabile»

Dal prossimo anno scolastico via alla sperimentazione della filiera formativa tecnologico-professionale, che riguarderà appunto gli istituti tecnici e professionali per i quali saranno introdotti percorsi sperimentali di quattro anni, con un adeguamento del calendario scolastico e dell’orario settimanale delle lezioni.

Il modello formativo sarebbe quello del “4+2”, con l’obiettivo di ridurre il gap tra competenze acquisite a scuola e richieste del mercato lavorativo: quattro anni di scuola superiore, quindi, seguiti da due anni in Its Academy. Gli istituti interessati hanno tempo fino alla fine del mese per presentare la propria candidatura che sarà poi valutata, ma cosa ne pensano le scuole comasche?

La “bocciatura”

Il decreto appena firmato dal ministro dell’Istruzione e del Merito Giuseppe Valditara, che ha proceduto nonostante la “bocciatura” del Consiglio superiore della pubblica istruzione, non sembra convincere tutti. «Credo che i tempi siano oggettivamente troppo stretti per una programmazione che sia adeguatamente pensata dal collegio docenti, che passi dal consiglio d’istituto e che sia ben strutturata – commenta Gaetana Filosa, preside della Ripamonti - Non me la sento di pensare frettolosamente a un percorso quadriennale, sarebbe troppo impegnativo. Non entro nel merito del progetto, perché sicuramente la filiera formativa tecnologica e professionale è interessante e valida, ma i tempi per avviare la programmazione sono troppo stretti, anche perché non è che nel frattempo non stiamo facendo niente. Sarebbe interessante, ma ha bisogno di più tempo per essere organizzata. Noi dobbiamo garantire agli studenti il successo formativo».

Appare dubbiosa anche la preside della Magistri Laura Francesca Rebuzzini che, comunque, non si sbilancia. «A noi non sono arrivate indicazioni sul da farsi, se non quello che abbiamo appreso dai giornali riguardo le parole del ministro – sottolinea - Ci siamo chiesti come potesse essere realizzato il tutto in tempi così ristretti, considerando che a breve apriranno le iscrizioni. In ogni caso non si tratterebbe di una novità assoluta, considerando che ci sono già state diverse sperimentazioni sui quattro anni, ma bisogna capire come si vorrebbe strutturare il percorso».

Opportunità

Un problema, quindi, legato soprattutto alle tempistiche. Per qualcuno, però, si tratta di un’opportunità che non va sprecata. «È una riforma che tende a dare un forte impulso alla filiera tecnologica e professionale dei centri di formazione professionale con una manovra che va incontro alle priorità che moltissimi istituti già si pongono – dice Matteo Ciastellardi, del Cfp Padri Somaschi di Albate - Poter offrire agli studenti una maggior continuità con il mondo del lavoro, creare maggior sinergia tra stakeholder e potenziare di conseguenza le competenze della continuità tra scuola e azienda. Non tralasciando neppure l’internazionalizzazione. La scuola che guarda al futuro credo non possa più prescindere da un cambio di rotta, passando da opportunità che questa riforma può effettivamente innescare».

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