Corsivo addio, ha vinto lo stampatello: anche le maestre rinunciano a insegnarlo

Scuola Sono tanti gli insegnanti che non ne impongono più l’apprendimento: «Scelta libera» - Del resto non c’è obbligo, neppure al liceo, anche se qualcuno non ci sta: «Giusto esigerlo»

Corsivo? No grazie, meglio lo stampato. La modalità di scrittura che ha caratterizzato l’apprendimento di generazioni di alunni sembra ormai in via di estinzione, anche se alcuni insegnanti – dalle elementari alle superiori - ancora la reclamano. I ragazzi però, fin da piccoli, sembrano snobbare il corsivo, considerato più difficile e così prediligono lo stampato, anche nei compiti in classe. Tutti lo imparano alle elementari, ma sono pochi quelli che lo mantengono nel tempo.

Una manifestazione del sé

«Io non obbligo nessuno a scrivere in corsivo, però lo si insegna – chiarisce Monica Scaranaro, vicepreside dell’Ic di Albate -. I bambini preferiscono scrivere in stampato maiuscolo, io lascio libertà. Ormai è in caduta libera anche se lo si insegna, ma non tutti i docenti impongono questo obbligo. Siamo 50 e 50 sull’obbligo, magari le maestre di vecchia data ci tengono molto, le più giovani sono proiettate verso altre tipologie di scrittura. Anche perché i testi non sono in corsivo ma in stampato minuscolo, io quindi non trovo che sia così stringente questo obbligo. Soprattutto le bambine magari lo apprezzano per il lato estetico, ma a livello pratico no. Se per loro è un ostacolo, io lo bypasso. Fa parte della personalizzazione dell’insegnamento».

Per Ilaria Flauto, vicepreside dell’Ic di Borgovico, andrebbe conservato: «Noi lo utilizziamo ancora, anche se evitiamo di partire dalla prima elementare, un tempo lo si imparava subito – spiega - ora lo si introduce in seconda. Io sono una grande sostenitrice: non per il tipo di formato o attaccamento alle tradizioni, ma per l’importanza che ha sotto tanti punti di vista, fondamentale ad esempio il discorso grafomotorio, la corrispondenza tra il pensiero e la sua scrittura. Credo molto anche nella personalizzazione della propria scrittura: tanti definiscono il corsivo come la firma, una manifestazione del sé e corrisponde a un’unicità e questa rispetta le differenze. La scrittura fluida aiuta anche la lettura fluida, quindi per me è importante soprattutto per questi motivi nella crescita e sviluppo del bambino. Tanti docenti lo esigono». «Le colleghe della primaria lo insegnano, ma alle medie i ragazzi preferiscono lo stampato maiuscolo - aggiunge Emilia Izzo, docente di lettere alla scuola media Foscolo -. È un continuo ribadirne l’importanza e che il tema va scritto in corsivo, è una battaglia. Didattica a distanza, uso di tablet e pc ne ha rallentato l’utilizzo: lo imparano, ma lo usano poco. Io insisto che almeno il tema sia in corsivo, ma alcuni poi sono illeggibili. Loro lo vivono come un obbligo, una costrizione».

Alle superiori

Anche al liceo è quasi abbandonato: «Negli ultimi anni, tanti ragazzi che vengono dalle medie usano lo stampato – è il commento di Pietrantonio Ulderico, docente di italiano e latino al Giovio -. Non c’è l’obbligo, dipende dagli insegnanti, si lascia libero lo studente. Se l’automatismo non è acquisito alle elementari, è difficilissimo farli tornare indietro. L’importante è quello che scrivono e la correttezza, a volte il loro corsivo non si capisce nemmeno». L’ultimo commento è di Ornella Marelli, professoressa di greco e latino al Volta: «Io lo esigo, ma non sempre vengo ascoltata. Usano spesso un maiuscolo dai caratteri indistinti. Se possono, tentano di consegnare da pc, ma io voglio a mano propria».

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