Scuola, si parte. Incrociando le dita
Dai bus alle mascherine, quante incognite

Tutti in classe da oggi alle elementari e alle medie, soltanto due terzi invece alle superiori. Distanziamento, sanificazione, monitoraggio. Tante precauzioni e il timore di un ritorno veemente del virus

Oggi, più che mai, è la prova del nove. Dopo mesi, a Como, si torna a scuola. Un giorno atteso, soprattutto da studenti e insegnanti, anche un po’ temuto, specie dai presidi, ma finalmente arrivato.

I dati ufficiali saranno forniti domani, durante la consueta conferenza stampa organizzata dal provveditorato lombardo. Ma, la campanella, virtuale o dal vivo, suonerà per quasi 80mila studenti della provincia (di cui 66mila iscritti agli istituti statali). Per materne, elementari e medie, non ci sono dubbi: la presenza in aula non è in discussione. Quindi, con tutte le precauzioni e le difficoltà del caso, le classi lariane torneranno a ospitare circa 59mila alunni.

Discorso diverso per le superiori: in questo caso, è consentito ricorrere alla didattica a distanza. Uno strumento, almeno all’inizio, adottato anche per affrontare con maggiore serenità alcuni problemi quali i trasporti e le cattedre ancora scoperte.

Prendendo in considerazione le superiori cittadine, il portale “Scuole in chiaro” del Miur conta circa 9mila e duecento studenti iscritti e suddivisi in otto istituti.

Di questi, ne torneranno in classe oggi circa seimila, vale a dire due terzi. Tre scuole, con tutte le cautele del caso, hanno deciso di provare ad accogliere tutti i propri iscritti: Pessina, Caio Plinio e Da Vinci Ripamonti.

Una via di mezzo fra presenza e distanza è stata decisa da Volta, Giovio, Setificio e Magistri. Mentre, per la prima settimana di lezioni, il Ciceri ha scelto di portare le prime in aula, lasciando le altre a casa a fare lezioni online. Tutte le scuole hanno optato per orari scaglionati, spesso usando il criterio dell’anno d’iscrizione, così come gli ingressi sono stati differenziati, così da non creare assembramento.

Da oggi, i genitori devono fare i conti con alcune azioni quotidiane, fra cui la misurazione della temperatura ai propri figli, i quali possono andare a scuola se negli ultimi tre giorni non hanno avuto problemi respiratori o temperatura superiore ai 37,5°. In altre parole: chi ha la tosse, la febbre e o il mal di gola deve restare a casa e i genitori devono comunicare l’assenza scolastica per motivi di salute. Se tutto è ok, soltanto uno fra mamma e papà può accompagnare lo studente a scuola, cercando di fermarsi davanti all’ingresso il meno possibile e col divieto d’entrare (salvo casi eccezionali e per i genitori di bambini ai nidi e alle materne).

Una volta entrati, i ragazzi stanno in classe seduti e distanziati di un metro. Nessun compagno di banco.

La cattedra, invece, è posizionata ad almeno due metri dai banchi degli alunni.

Per recuperare spazi, le aule sono state svuotate di armadietti, posizionati spesso in corridoio. Finestre aperte il più possibile, per consentire la massima circolazione di aria. Non si possono smistare gli studenti in altre classi in caso di assenza per malattia del docente.

La mascherina, almeno in questa prima fase, in attesa che alle scuole arrivino le scorte promesse dal ministero, conviene portarla da casa. Va indossata da alunni e docenti in qualsiasi situazione di movimento. Vale a dire: quando si entra ed esce da scuola, quando ci si alza dal banco per andare alla cattedra, per gettare la carta nel cestino della spazzatura o per andare in bagno. Non serve quando si è fermi al banco o si viene interrogati. Non si può fare l’intervallo tutti insieme in giardino o negli spazi comuni: ci si divide su più, turni occupando zone differenti o restando in classe. La merenda deve essere consumata stando seduti al proprio banco. In caso di presenza al bar all’interno dell’istituto, ci si è organizzati attraverso sistemi di prenotazione e la consegna del cibo direttamente al piano o in classe, così da evitare situazioni di caos. C’è infine, l’incognita trasporti. Con la capienza all’80 per cento, quanti studenti riusciranno ad arrivare a scuola? A fine giornata si saprà la risposta.

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