Scuole e asili chiusi.Monta la protesta contro il Comune

Il caso Flash mob dei genitori venerdì in piazza Verdi. Il comitato: «Sono risposte miopi a sfide complesse». Svolta civica: «Zero progetti, dal sindaco solo sparate»

Vogliono far sentire la propria voce e cercare di instaurare con il Comune un dialogo «che fino a ora non c’è stato». Per questo venerdì alle 16.30 in piazza Verdi il comitato genitori “Como a misura di famiglia” ha organizzato un flash mob. L’iniziativa è nata dalle famiglie delle scuole coinvolte nelle chiusure che avverranno entro i prossimi due anni, annunciate dall’amministrazione e contro le quali è subito montata la polemica, oltre che la rabbia e la tristezza di genitori e personale scolastico.

«Siamo rimasti attoniti nell’apprendere via stampa la proposta del Comune di chiudere altre sei scuole, pilastri per la nostra città e per i bambini frequentanti - hanno scritto i membri del comitato in una lettera aperta -. Non possiamo rimanere passivi di fronte agli scenari prospettati, che offrono risposte miopi a sfide complesse. Ancora una volta assistiamo a proposte semplicistiche che non vengono costruite insieme a famiglie, insegnanti e dirigenti e che considerano come unico criterio il mero risparmio della gestione immobiliare comunale a breve termine, non prendendo opportunamente in considerazione gli impatti didattici, pedagogici, sociali e anche economici nel medio termine sull’intera città». Da qui l’idea del flash mob. «Manca la volontà di dialogare e condividere, ma ora i genitori delle scuole coinvolte hanno deciso di far sentire la propria voce – spiega Umberto Fumarola, portavoce del comitato – questa volta gli stessi operatori della scuola non sapevano nulla e le ripercussioni si avranno anche sul loro lavoro. Il flash mob sarà la prima iniziativa per farsi sentire come cittadini che subiscono le conseguenze di queste scelte. Più che una protesta, è la volontà di instaurare un dialogo costruttivo, se la controparte lo vorrà».

Questione di sicurezza

Mobilitazione anche tra i genitori dei bimbi della scuola dell’infanzia di via Volta. «Il sindaco dichiara che la Carluccio non ha spazio all’aperto, ma ha un cortile molto grande, giardino pensile, verande e uno spazio orto – spiega Teresa Minniti, mamma di una bimba -. Ho chiesto una relazione all’ingegnere sullo stato attuale del tetto, che è coperto da tegole. Non sembra esserci pericolo di crollo ma infiltrazioni d’acqua: un’eventuale riparazione sarebbe un intervento di manutenzione ordinaria. Il terzo punto riguarda la sicurezza alla base di questa operazione, noi l’anno scorso abbiamo firmato una petizione per installare una cartellonistica o dei dossi davanti alla scuola: a seguito è solo stato messo un cartello all’incrocio tra via Cinque Giornate e via Volta ma difficile da comprendere. Alquanto anomalo l’intento di chiudere in nome della sicurezza dei bambini quando per due anni è stato chiesto di potenziare la segnaletica per pericoli concreti».

Mille anime

Sulla questione interviene anche Paola Bernard, ex coordinatrice dei nidi comunali: «La scuola non ha un’anima. Ne ha mille, che si fondono in una sola. Anche le mura esterne raccontano delle relazioni nate tra genitori e nonni che accompagnano i bambini. Prima di chiudere una struttura, bisogna riflettere a lungo ed essere consapevoli che, quando si chiude una scuola o un asilo, muore anche un pezzetto di memoria e di cuore della città. Forse utilizzare il criterio dei numeri e del denaro non paga sempre; anzi, probabilmente, non paga mai».

«Abbiamo letto il piano per il futuro delle scuole chiuse – interviene il gruppo consiliare Svolta Civica -. Tra abbattimenti, conservazioni e alienazioni Rapinese non sa cosa fare. Nessun progetto concreto è contenuto nel documento che prevede la chiusura dei plessi. Solo sparate domenicali».

© RIPRODUZIONE RISERVATA