Scuole da chiudere. Il provveditore: «È soltanto l’inizio»

Commissione L’incontro sul piano di razionalizzazione. Il sindaco: «Anche così nel 2026 vuote un terzo delle aule». Oggi in piazza Verdi il flash mob di protesta dei genitori

«Penso che questa sia solo la prima puntata di un lavoro che purtroppo dovremo affrontare, se non ci saranno inversioni di tendenza nella demografia o nei flussi migratori che parzialmente hanno compensato in passato, ora non più». E ancora: «Pur con le otto scuole che chiuderemo e le razionalizzazioni, tra due anni un terzo delle aule sarà vuoto».

Il dibattito

Con queste riflessioni, rispettivamente del provveditore Giuseppe Bonelli e del sindaco Alessandro Rapinese, è stato tracciato ieri mattina in commissione comunale il quadro del piano di organizzazione della rete di istituzioni scolastiche. Al centro del dibattito la chiusura, nei prossimi due anni, di otto scuole della città. Numerose le domande poste dai gruppi di minoranza, alle quali hanno risposto appunto sindaco e provveditore, quest’ultimo portando anche alcuni dati attestanti il calo demografico.

«Per quanto riguarda l’infanzia, nel capoluogo abbiamo 1.168 alunni (nelle statali), divisi in 61 sezioni attive, vuol dire 19 alunni per classe e la norma ne prevede 28, 22 se c’è un disabile. Noi normalmente andiamo a 25, ma 19 è pochissimo. Nella primaria abbiamo 3.177 alunni per 181 classi, 17 alunni per classe dove dovrebbero essere 27, 22 con disabile. Questa situazione è già positiva: abbiamo piccoli comuni di questa provincia con situazioni drammatiche. I flussi migratori parzialmente hanno compensato fino al 2014 ma ora non più, intanto perché si sono ampiamente ridotti e poi perché anche gli immigrati stanno facendo meno figli».

Quindi l’intervento del sindaco che ha spiegato le motivazioni delle scelte prese. «In questa città, fino a ora, non si è voluto affrontare il problema, lo si è nascosto – chiarisce -. Ho sentito tante domande sul rispetto delle normative future, ma quelle attuali sono rispettate nelle scuole? Non capisco perché si è preoccupati delle condizioni future, ma non di quelle attuali. Avete (rivolto alla minoranza, ndr) le certificazioni degli attuali plessi? Mobili davanti ai serramenti per non farli cadere, crepe nelle facciate, le fogne che rischiano di entrare al piano terra. Quanti edifici rispettano la normativa antincendio? Se devo iniziare a mettere a posto rispettando le normative con milioni e milioni, meno scuole ho e più probabilità ho di sistemarle».

«I dirigenti sapevano»

E aggiunge: «Interloquire con le famiglie? Noi abbiamo parlato tanto con loro, anche in campagna elettorale. Questo è un processo che sta già portando i risultati, penso alla Lorenzini di Sagnino a norma, e poi un sacco di lavori che stiamo facendo, sono state azzerate le esigenze di impiantistica elettrica e idraulica nei plessi. Da due anni annunciavamo le chiusure, abbiamo sempre detto che lo avremmo fatto quando saremmo stati pronti, il 7 settembre lo eravamo. Meno scuole, ma messe a norma: non vogliamo risparmiare, ma investire meglio».

La vicesindaco Nicoletta Roperto ha sottolineato che «con le istituzioni scolastiche il dialogo è sempre stato aperto e le dirigenti scolastiche erano a conoscenza del lavoro che il Comune stava facendo, sapevano che ci sarebbero state delle razionalizzazioni ed erano consapevoli delle criticità». Presenti anche alcuni rappresentanti dei sindacati e un gruppo di mamme: proprio i genitori oggi pomeriggio si daranno appuntamento in piazza Verdi, alle 16.30, per un flash mob contro la chiusura delle scuole.

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