Scuole, lo stop fa discutere
«Si sono avuti casi solo alle superiori»

Como Lago: «Nessun contagio, ma siamo costretti a chiudere» - I numeri tra i ragazzi più grandi erano in aumento da alcune settimane

Non è stata una decisione inaspettata. Pur non avendo un numero elevatissimo di contagi, il mondo della scuola comasca aveva il sospetto che, visti i dati registrati in provincia, prima o poi le misure si sarebbero inasprite e, di conseguenza, gli istituti sarebbero stati chiusi. Con la zona arancione “rafforzata”, infatti, gli alunni dalle materne alle superiori saranno a distanza. Cioè, in totale, quasi 80mila studenti da oggi seguiranno le lezioni davanti al computer di casa. Di sicuro, è il commento unanime, è una scelta dolorosa.

«Al Ciceri – spiega il preside Vincenzo Iaia – le segnalazioni di tamponi positivi erano in lenta, ma costante crescita, con la sensazione di trovarsi di fronte a un trend in salita. In più, la situazione di tutta la provincia è in peggioramento continuo. Tutto sommato, credo proprio di condividere la scelta fatta».

Non è rimasto sorpreso neppure Roberto Peverelli, preside del Setificio: «Mi aspettavo si arrivasse a una decisione simile; ovviamente spiace, perché queste sei settimane fatte in presenza sono state preziose e si è lavorato bene. Ora, è difficile pensare che lo stop duri solo una settimana, anche se me lo auguro. Però, spero non sia troppo lungo». E sui numeri aggiunge: «Stavano aumentando anche all’interno della scuola. La quota di ragazzi e famigliari positivi era in crescita, sebbene credo che i contagi avvengano comunque fuori dalla scuola».

Se, per le superiori, si tratta del ritorno a una condizione sperimentata per mesi, per gli istituti comprensivi, invece, è più complicato tornare indietro.

«Sono confusa, triste e arrabbiata – spiega la preside dell’istituto comprensivo Como Lago Giusi Porro – Sono i tre sentimenti con cui faccio i conti ora. Chiudo un istituto senza un solo singolo caso di positività. La situazione a novembre era molto più allarmante: in quei giorni, quotidianamente, arrivavano segnalazioni di nuovi casi. Ora, c’è una fortissima difficoltà da parte delle famiglie, preoccupate perché non sanno come fare».

Come dice l’ordinanza, per i comuni nella fascia arancione “rafforzata”, quindi tutta la provincia, è sospesa la didattica in presenza per «tutte le classi delle scuole elementari, scuole medie, scuole secondarie di secondo grado, Istituzioni formative professionali secondarie di secondo grado (Iefp), Istituti tecnici superiori (Its), percorsi di Istruzione e formazione tecnica superiore (Ifts)», oltre alla sospensione delle materne.

«È una scelta che mi risulta sempre molto dolorosa – conclude la preside dell’istituto comprensivo Como Albate Lucia Chiara Vitale - Ma se é necessaria per salvare vite umane, dobbiamo accettarla. Rispetto a un anno fa e anche rispetto a settembre siamo decisamente più pronti ad affrontare didatticamente questi momenti, anche se penso che le famiglie saranno inevitabilmente molto in difficoltà e questo mi addolora. Faremo comunque in modo di garantire almeno alcune ore al giorno o a settimana, a seconda dei casi, di didattica in presenza ai bambini con disabilità o con difficoltà, anche all’infanzia e alla primaria, stiamo organizzando il calendario da proporre alle famiglie coinvolte».

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