Scuole, si riparte: a Como rabbia dei genitori per le otto chiusure

Primo giorno Proteste in via Perti e a Ponte Chiasso. La preside: «Tanto impegno e investimenti. Dispiace»

Como

Primo giorno di scuola con rammarico e proteste in diversi istituti cittadini. L’annuncio della chiusura della primaria di via Perti e dell’asilo di via Volta è stato, per i genitori, una doccia gelata. Per quanto riguarda via Perti, tutti sapevano della necessità di interventi di ristrutturazione e di numeri di iscritti più bassi rispetto al passato, ma non avrebbero mai pensato che quello di ieri sarebbe stato l’ultimo inizio d’anno scolastico lì.

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«Una sorpresa per tutti – sottolinea Chiara Anzani, una delle rappresentanti dei genitori – Lo abbiamo saputo dalla stampa. Ora bisognerà capire come muoversi in maniera intelligente nell’interesse dei bambini, su questo nella nostra classe c’è massima collaborazione».

«Nel 2019 era circolata questa voce, ma non ci era sembrato il caso di “scappare” da qui – le fa eco Chiara Mercuri, anche lei rappresentante dei genitori -. Ora aspettiamo di vedere l’evoluzione: se ci spostano tutti insieme è un conto, altrimenti sarebbe un problema anche per i bambini, sia dal punto di vista emotivo che didattico». «Dispiace anche per la struttura, speriamo non venga abbandonata – ragiona Roberto Rossini – è una scuola storica e l’unica del centro, davvero un grande peccato, così muore un pezzo della città». Beatrice Quost ha due figli in via Perti e uno all’asilo di via Volta: «Sono molto triste e arrabbiata, non sappiamo dove andranno i bambini. Non ce lo aspettavamo, così si svuota il centro per fare posto ai turisti». «Le case sono care, ora chiudono anche la scuola: che motivo ha una giovane coppia di venire qui? – si chiede Monica Di Vito – si chiudono l’unico asilo pubblico e l’unica scuola pubblica del centro storico, siamo esterrefatti, questo è un servizio fondamentale».

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Lo stupore

Perplessa anche la preside dell’istituto comprensivo, Grazia Miccolis: «Un conto sono gli accorpamenti, un altro le chiusure – dice – qualsiasi cosa si decida, io darò collaborazione e proporrò delle alternative valide alle famiglie, per contenere i disagi e dare una continuità. In via Volta ci sono le liste d’attesa, mai avuto un calo di iscritti e nemmeno grossi problemi strutturali, per questo sono rimasta stupita. Nel 2021 abbiamo rifatto i bagni, poi le imbiancature, gli arredi e altri investimenti importanti, non c’erano avvisaglie. Per via Perti siamo consapevoli dei problemi alla struttura, ma anche lì sono stati fatti investimenti. Sono preoccupata anche per il mio personale, abbiamo oltre venti insegnanti di ruolo nelle due scuole più il sostegno e gli incarichi temporanei, queste persone risulteranno in esubero nell’istituto comprensivo. C’è tanto dispiacere, anche per tutto quello che è stato costruito».

L’altro fronte

Umore nero anche a Ponte Chiasso, dove la primaria di via Brogeda verrà chiusa tra due anni, stando al piano del Comune. «Ho sentito e mi dispiace – commenta Judit Santillan – i miei figli hanno frequentato entrambi questa scuola, uno è ancora qui. Per chi abita in questo quartiere è una comodità averla: se dovessero fare una raccolta firme o qualcosa contro la chiusura, io parteciperò».

«Sapevamo che avrebbe chiuso l’asilo, ma non anche la scuola – dice Domenica Costa –. Sicuramente non è una cosa positiva, anche perché il quartiere è grande e qui c’è una comunità. Mi sembra che si vada indietro, invece di andare avanti». «C’è stupore davanti a questa notizia - nota Umberto Fumarola, portavoce del Comitato genitori “Como a misura di famiglia”, nato per contrastare le chiusure dei nidi comunali di via Passeri e Monte Olimpino- Quello che secondo noi è sbagliato è ancora una volta il metodo del non-dialogo: non è possibile in una riorganizzazione di tale portata non coinvolgere e non ascoltare le famiglie».

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Mattia Bioni

6 mesi, 3 settimane

È importante distinguere tra l'adeguamento normativo delle strutture e la necessità di fornire ai quartieri servizi che migliorino la qualità della vita dei cittadini, in particolare di coloro che possono o potrebbero mettere al mondo nuovi figli. Tutti desideriamo strutture sicure e moderne, e nessuno si oppone alla loro riqualificazione. Inoltre i fondi pubblici devono essere spesi in base alle priorità. A mio avviso, oggi è fondamentale sostenere la genitorialità, l'occupazione femminile e l'istruzione. È certamente positivo ristrutturare gli edifici, ma l'obiettivo deve essere che tornino a essere scuole moderne ed efficienti.

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Alessandro Volta

6 mesi, 3 settimane

Meno alunni, meno scuole. Scuole fatiscenti da mantenere per?? Bisogna guardare avanti, non è che se si chiude una scuola ci saranno bambini o ragazzi senza un posto dove andare... Provate a ragionare.

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Piso ONE

6 mesi, 3 settimane

io quando leggo tutti sti pensionati che gioiscono per la chiusura delle scuole inorridisco. come fanno questi ottusi a non capire che sono i bambini il futuro e di conseguenza gli unici investimenti sensati sono per le scuole. la vita è come un uomo che cade da un palazzo di cinquanta piani...a ogni piano continua a ripetersi: fin qui tutto bene, fin qui tutto bene.... Il problema non è la caduta....... ma l'atterraggio!

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gabriele sartori

6 mesi, 3 settimane

Capisco la necessità di dialogo ed il fatto che costringere un bambino a cambiare scuola non sia simpatico, però tra la scuola di Via Perti e quella di Via Brambilla, per dirne una, ci sono 600 metri di distanza

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vittorio gabaglio

6 mesi, 3 settimane

Chissà se gli stessi genitori arrabbiati, se fossero accontentati e i loro figli fossero schiacciati per la caduta del soffitto, sarebbero ancora contenti o arrabbiati? Imbecillaggini.

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Diego Pozzoli

6 mesi, 3 settimane

I genitori si via Perti chiedono al comune rassicurazioni sullo stato dell'edificio da anni, nessuno vuole che ci siano crolli o ci scappi il ferito perché il comune intervenga, il sindaco era partito bene con sopralluoghi nelle scuole e da solo non può risolvere problemi non affrontati negli ultimi 20 anni, il problema è l'approccio. Decidi per la chiusura comunichi alle famiglie e dai delle alternative tra cui scegliere, non comunichi decisioni a mezzo stampa guardando l'effetto che fa...Le cose fatte a membro di cane irritano.

MILLENNIUM DE GAUD

6 mesi, 3 settimane

Chiudono gli asili, spopolano gli ospizi. La fine dell'Italia riassunta.

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Donato Bargna

6 mesi, 3 settimane

dopo la sanità stanno ribaltando anche le scuole alla fine mandano tutto allo sfascio

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Flex Xxx

6 mesi, 3 settimane

Veramente lo sfascio e quello che si è trovato ad affrontare il nuovo sindaco proprio perché quelli che l'hanno preceduto non hanno fatto nemmeno il necessario.

vittorio gabaglio

6 mesi, 3 settimane

Mi sembra proprio il contrario su ambedue, grazie al Governo e a Rapinese. Vorrebbe bambini morti sotto le macerie del soffitto?

Robert Spungiròò Quello Vero

6 mesi, 3 settimane

Ai tempi della giunta Lucini non furono un grado di fornire nemmeno la vernice per imbiancare qualche aula nonostante noi genitori di Via Perti ci fossimo offerti per manodopera gratuita... che la chiusura di una scuola sia una sconfitta per la società può essere ma viste le condizioni in cui qualcuno ha lasciato degradare le strutture non restano molte altre soluzioni.

gio vanni

6 mesi, 3 settimane

ci si lamenta per la comodita perduta non tanto per la chiusura che tale non é essendo un accorpamento. Razionalizzare le scuole e asili vuol dire risparmiare e avere soldi da destinare ad altre opere.

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Eleonora Figini

6 mesi, 3 settimane

Peccato che per amministrare una città non ci si può limitare a fare solo i "conti della serva". Chiudere una scuola è perde un pezzo di identità della città o del quartiere. L'aspetto sociologico e la ripercussione che certe azioni "cieche" hanno e avranno anche sullo sviluppo urbanistico di un paese non possono essere decise senza una attenta riflessione e basandosi esclusivamente sui conti di bilancio.

Alessio Tettamanti

6 mesi, 3 settimane

Se cade il soffitto in testa ai bambini poi cosa dite??

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Piso ONE

6 mesi, 3 settimane

che lo stato italiano invece di aiutare i tanto amati evasori fiscali doveva prendersi cura delle scuole.

gio vanni

6 mesi, 3 settimane

piú che altro bisognerebbe smettere di inviare armi e aiuti vari in ucraina. Questa guerra ci é costata troppo.