Cronaca / Como città
Martedì 24 Ottobre 2023
Infermieri in fuga dalla sanità comasca: in 10 anni il tasso di abbandoni è salito del 190%
Sanità I dati di uno studio della Uil per Asst e Ats: nel 2021 (ultimi dati utili) 139 dimissioni contro 48 del 2011. Aumenta anche il numero del medici che se ne vanno: + 54% - «Stress e turni pesanti, ma ora manca personale»
Il personale degli ospedali pubblici di Como e provincia continua a ridursi, perché cresce il numero di medici e infermieri che se ne vanno.
Tra il 2011 e il 2021 i lavoratori della sanità a Como e provincia sono diminuiti del 10%, ma il calo rispetto al 2001 è stato pari al 20%. Siamo passati dai 4.640 dipendenti impiegati nel comparto della sanità ad inizio millennio, amministrativi compresi, ai 4.121 lavoratori di dieci anni fa, mentre nel 2021 il settore contava 3.694 addetti.
Numeri in crescita
La grande fuga da ospedali, poliambulatori e presidi territoriali non si arresta, le dimissioni per esempio tra il personale infermieristico sono cresciute, la pandemia ha messo a dura prova tutto il comparto. Hanno detto addio al sistema sanitario ospedaliero 279 lavoratori nel 2019, 320 nel 2020 e nel 2021 le cessazioni sono salite a 373. Di questi una sessantina sono medici e ben 137 infermieri, quando gli anni precedenti si dimettevano una novantina di persone all’anno. Le cessazioni non comprendono i pensionamenti, altro punto dolente visto che il nostro sistema fatica a trovare nuove leve da assumere.
I dati relativi al sistema pubblico comprendono l’Asst e l’Ats e sono stati elaborati dalla Uil Lombardia sulla base delle pubblicazioni della Ragioneria di Stato. «Ciò che desta maggior preoccupazione è l’aumento delle dimissioni del personale a tempo indeterminato – dice Salvatore Monteduro, segretario del sindacato lombardo - nel 2021, ben 373 lavoratori e lavoratrici si sono dimessi, rispetto ai soli 145 del 2011, registrando un aumento del 157,24%. Se prendiamo in considerazione il personale medico, nel 2021 sono stati 57 i medici a tempo indeterminato a dimettersi, con un incremento del 54,38% rispetto al 2011. Il personale infermieristico ha visto un aumento ancora più significativo delle dimissioni, con 139 infermieri che se ne sono andati nel 2021 contro i 48 del 2011, con un impressionante incremento del 189,58%».
Succede a Como, ma il quadro in Lombardia non è diverso. Il nostro territorio è certo più vicino alla Svizzera, che ha una forte attrattività economica. Dopo il Covid si è cercato di tamponare il vuoto venutosi a creare nella sanità, manca però il capitale umano. Ed è così non solo nel pubblico, ma anche nel privato accreditato.
Anche nel privato
«Le nuove generazioni guardano lecitamente a professioni meno pesanti e meglio retribuite – commenta il direttore sanitario del Valduce Riccardo Bertoletti – senza notti e turni stressanti in corsia. Il problema è che ora mancano le persone che garantiscano a tutta la comunità un servizio così essenziale». «La carenza di medici è un problema reale e anche noi abbiamo difficoltà nel reperire specialisti – dice Pasquale Farina, direttore sanitario dell’Istituto clinico Villa Aprica - soprattutto medici di guardia intraziendale, ma anche cardiologi, internisti e radiologici. Per quanto concerne gli infermieri la situazione è altrettanto critica e a pesare è anche il turn over. Molti lasciano l’ospedale per dedicarsi alla libera professione o andare all’estero».
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