La città dei senzatetto: decine dormono al gelo

Nuove povertà Situazione drammatica per molti disperati, che non sempre trovano rifugio in un dormitorio - Da via Regina Teodolinda al posteggio di via Sirtori, un esercito composto da decine di fantasmi costretti ai margini

In tanti angoli della città si nascondono decine di senzatetto.

Dietro alla stazione, nei sottopassi, dentro a vecchi supermercati o nei cantieri in corso, un piccolo esercito di senza fissa dimora dorme all’addiaccio anche nei mesi più freddi.

La situazione

Succede per esempio in via Sirtori, nell’autosilo dove stanno per partire i lavori. Sulle rampe delle scale dei piani ancora aperti un gruppo di persone in evidente difficoltà ciclicamente sistema per terra coperte e cartoni. I commercianti, così come i residenti dei vicini condomini, hanno anche cercato di trovare delle soluzioni, l’accesso è stato anche bloccato, ma nonostante i controlli delle forze dell’ordine la notte c’è chi torna per cercare un rifugio.

Quattro anni fa l’area dell’ex scalo merci era stata sgomberata da una trentina di senzatetto, c’era una vera baraccopoli dentro a una costruzione mai ultimata e poi demolita. Dopo quell’operazione tante persone hanno trovato riparo altrove e qualcuno di recente è perfino tornato a dormire dietro alla stazione di San Giovanni. In quello spiazzo pieno di detriti e rifiuti qualcuno ha costruito una sorta di casa con pile di sacchi di cemento, pallet di legno, materiale abbandonato.

E poi c’è un gruppo nutrito di senzatetto, con ogni probabilità di origine straniera, che al mattino fa la spola tra piazza San Rocco e l’ex supermercato all’imbocco di via Regina Teodolinda. Sul retro di questa attività commerciale chiusa da tempo, a due passi dal cimitero, si vedono ogni giorno sacchi a pelo e coperte stese dove prima correvano i carrelli della spesa. Ogni tanto i pendolari vedono delle persone sdraiate per terra al mattino nel sottopasso della stazione di Camerlata, come pure i passanti la sera nel sottopasso sotto via Napoleona verso via Castellini.

Nelle ultime settimane più volte c’è chi ha dormito dentro alla palestra di via Giulini che attende di essere riaperta, una volta ultimati i lavori di riqualificazione a lungo attesi.

Quanto al portico di San Francesco invece ormai è sempre vuoto. Troppa attenzione, in attesa che l’amministrazione comunale come annunciato installi una cancellata. Invece al Crocifisso negli ultimi giorni per la verità non si vedono molte persone rispetto agli anni scorsi. La situazione qui del resto migliora sempre quando vengono aperti i posti letto dell’emergenza freddo, ospitati ancora in via Borgovico nell’ex caserma.

La situazione in via Borgovico

I volontari che giorno e notte aiutano le persone in difficoltà raccontano che quest’anno si vedono tante facce nuove. Non per forza stranieri di passaggio, ma anche italiani finiti ai margini per problemi economici. I letti dell’emergenza freddo, una trentina, sono sempre occupati e anzi ogni tanto il dormitorio comunale aperto tutto l’anno deve allargare gli spazi.

In ultimo, la rete di associazioni che gestisce il piano freddo a Como può per fortuna contare su tanti volontari per coprire i turni. Rispetto agli anni scorsi però la campagna di raccolta fondi è partita tardi e un aiuto sarebbe gradito. Chi volesse può navigare sul sito dona.fondazione-comasca.it.

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