Si torna in aula con i soliti problemi. Il primo: mancano prof di sostegno

Scuola Domani la ripresa delle lezioni: all’ordine del giorno anche la questione precari

Zaino pronto, registri anche, sveglia puntata di nuovo presto dopo tre mesi di relax. Suonerà domani mattina la prima campanella dell’anno per i migliaia di studenti comaschi di ogni ordine e grado, chiamati in classe dopo le vacanze estive. C’è chi sarebbe stato a casa volentieri ancora per qualche giorno, ma per la maggior parte di loro il ritorno a scuola rappresenta un momento di gioia, di ritrovo con gli amici e compagni di classe, pur con le difficoltà che l’anno può nascondere. Non sono purtroppo andati bene per tutti gli esami di riparazione: tra gli ultimi svolti a settembre quelli al Ciceri, dove sono stati bocciati una decina di ragazzi.

Numeri di poco inferiori al liceo Volta, mentre al Giovio sono stati solo cinque i respinti. Le cattedre sono quasi tutte coperte e, nelle scuole superiori, non sembrano esserci gravi problematiche, pur nella consapevolezza che l’avvio non è mai semplice: la questione precari è costantemente all’ordine del giorno e scarseggia anche il personale Ata, oltre che i dirigenti scolastici.

Due presidi su tre, infatti, hanno due scuole da gestire: solo nella nostra provincia, le reggenze sono addirittura 22. Qualcosa potrebbe però sbloccarsi a ottobre: il Tar del Lazio, infatti, ha stabilito che la procedura di assunzione dei 519 presidi – sospesa ad agosto per un ricorso – potrà proseguire e a ottobre sarà calendarizzata la corretta formulazione della graduatoria rispetto alla valutazione dei titoli.

È quindi probabile che arrivino nuovi presidi di ruolo, anche se quasi certamente alcune reggenze rimarranno. La situazione è un po’ più problematica negli istituti comprensivi, soprattutto per quanto riguarda gli insegnanti di sostegno: in alcuni plessi, come all’ic di Albate o a Como Centro, servirebbe circa il doppio del personale attualmente disponibile.

Sono infatti in aumento i bambini che hanno bisogno di assistenza e che hanno certificazioni, ma gli insegnanti assegnati non sono sufficienti. Le maggiori criticità si registrano nelle scuole dell’infanzia dove, invece, sarebbe fondamentale che ogni bambino fosse seguito adeguatamente e, soprattutto, con una continuità delle figure di riferimento, senza che cambino di anno in anno. Anche alla scuola media, ne servirebbero un 30% in più.

Problemi a parte, quello che sta per iniziare sarà anche un anno di novità dal Ministero che, come già accaduto in passato, lascia poco tempo per organizzarsi: sono infatti state approvate negli ultimi giorni le linee guida per l’educazione civica, che mettono al centro il concetto di patria e altri valori ritenuti dall’attuale Governo fondamentali per la crescita dei ragazzi: ora i vari istituti dovranno organizzarsi per preparare le lezioni.

Fino alla scuola secondaria di primo grado sarà vietato l’uso del cellulare anche per scopi didattici, mentre tornerà il diario cartaceo per tutti, anche se molte scuole non lo avevano mai abbandonato del tutto. Si riparte, dunque, nella speranza che quello che sta per iniziare possa essere un anno il più sereno possibile per tutti: ragazzi e personale scolastico.

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