Sosta vietata per correre in bagno. Tolleranza zero: ticinese multato

Ponte Chiasso L’uomo ha riferito di non aver trovato un posteggio. Sanzionato da un dipendente comunale che è all’opera in diversi quartieri

Si ferma in divieto di sosta per andare una corsa in bagno. E viene multato.

Un altro ticinese è stato colto sul fatto a Ponte Chiasso, a pochi metri dalla dogana. Lasciata l’automobile sulle strisce della corsia riservata ai bus, è entrato in un bar per andare in bagno e appena uscito ha trovato un pubblico ufficiale che aveva appena messo sotto ai tergicristalli una sanzione per divieto di sosta. L’uomo ha spiegato che proprio non riusciva più a resistere, ma la multa gli è stata comminata comunque. Sono precisamente 60 euro, già scontati per aver saldato subito il conto.

I testimoni

Il ticinese al volante ha spergiurato anche ai commercianti della zona che hanno assistito ai fatti di avere avuto un’impellente urgenza e che comunque nei minuti precedenti aveva a lungo cercato un posto dove parcheggiare, senza successo.

Quanto ai residenti di Ponte Chiasso, più volte si sono lamentati per i comportamenti tenuti alla guida, soprattutto in materia di sosta, da parte degli automobilisti svizzeri. O meglio, degli automobilisti su vetture con targa svizzera. Però di recente hanno anche notato, raccontano dal quartiere, una grande attenzione da parte di un dipendente comunale nel perlustrare la zona ogni mattina con l’auto di servizio. Questo dipendente di Palazzo Cernezzi è descritto come molto zelante, sempre pronto a firmare multe e sanzioni non appena i guidatori mettono piede fuori dallo sportello. Non solo nei pressi della dogana, ma anche in altri quartieri della città. Del resto l’indicazione da parte dell’amministrazione comunale è chiara: il sindaco Alessandro Rapinese più volte ha chiesto il pugno duro.

A proposito di multe con un particolare occhio di riguardo per le targhe ticinesi, ai microfoni dei giornalisti svizzeri il primo cittadino ha giustificato il rigore preteso: «Non è uno scandalo – ha detto a TeleTicino – faremmo lo stesso con le altre targhe straniere. Sono sicuro che tra gli svizzeri vi sia un plauso per questa vicenda, perché voi avete una città confinante che è seria, precisa e puntuale come appunto un orologio svizzero».

A piedi a prelevare

Solo la scorsa settimana lo stesso pubblico ufficiale vicino al confine ha fermato un’altra automobile lasciata sulle strisce del bus. L’autista di ritorno, senza la possibilità di pagare con carte e bancomat e non avendo contanti in tasca, è dovuto andare subito a piedi oltre la dogana a prelevare. Il mezzo è stato di fatto fermato.

Un’operazione severa - quest’ultima - che però secondo la polizia locale è soltanto una prassi prevista dal codice della strada che capita con una certa frequenza. Infatti se un cittadino straniero viene sanzionato la macchina può essere bloccata fintanto che questi non consegna subito il dovuto. La logica è semplice: si tratta di una misura per assicurarsi che le contravvenzioni dei residenti all’estero vengano davvero saldate. Per la pubblica amministrazione altrimenti la riscossione diventa complicata e macchinosa.

© RIPRODUZIONE RISERVATA