Sovraffollamento e pochi agenti in carcere. Protesta dei sindacati

Bassone Stato di agitazione indetto dai rappresentanti della polizia penitenziaria in tutta la Lombardia

Protestano le organizzazioni sindacali della polizia penitenziaria della Lombardia che hanno indetto lo stato di agitazione sospendendo ogni tipo di relazione sindacale in essere. Una presa di posizione che arriva dopo mesi di grida inascoltate in merito al sovraffollamento delle carceri e all’organico sempre più ristretto

Partiamo proprio da qui, entrando nei numeri – per quanto ci riguarda – del Bassone che conta oggi su 450 detenuti (in totale tra maschile e femminile) in una struttura studiata per ospitarne 247. E questo a fronte di una carenza di agenti della penitenziaria di 39 uomini nel solo settore degli agenti uomini (dovrebbero essere 159 e sono 120, nel femminile i numeri sono invece in linea) e di altre 18 unità sul fronte dei graduati. Il tutto in una regione come la nostra in cui il sovraffollamento è al +145% che è il dato peggiore della Penisola. «Le scriventi organizzazioni sindacali – si legge nel comunicato – premettono che gli istituti penitenziari della Lombardia stanno attraversando un periodo a dir poco molto critico derivato dalla gravissima e cronica carenza di organico in tutti i ruoli». Il sovraffollamento è un altro fattore critico, «infatti sono presenti quasi novemila ristretti, tremila in più rispetto alla capienza regolamentare».

Ciò comporta, sostengono i sindacati, «l’aumento degli eventi critici quali insulti, minacce e persino aggressioni anche gravi, incendi e tentativi di rivolte oltre ad atti di violenza tra detenuti, di autolesionismo e tentativi di evasione». E all’orizzonte c’è l’estate: «Non ci immaginiamo cosa accadrà nelle prossime settimane con l’approssimarsi dei piano ferie estivo all’interno dei reparti già ridotti ai minimi termini».

Una situazione cui si è giunti nonostante il coordinamento sindacale abbia «più volte rilevato la grave situazione di criticità». «Ad oggi – conclude la nota – non abbiamo visto alcuna adozione di provvedimenti atta a lenire il disagio dei poliziotti». Una «inerzia da parte della politica e principalmente dell’Amministrazione Penitenziaria regionale» che pota dunque alla «sospensione delle relazioni sindacali».

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