Cronaca / Como città
Giovedì 24 Agosto 2023
Le cabine del telefono spariranno, ma un comasco non ci sta: «Datemene almeno una». A Varese invece si sogna di farle diventare mini biblioteche
La curiosità Tutte e 45 le iconiche “scatole” rosse verranno dismesse e rottamate entro la fine dell’anno. Andrea Giordano, collezionista di oggetti d’epoca, appende un avviso: «Sono interessato, chiamatemi». Intanto altre idee nascono a Varese
Sono il segno di un’età che è passata e raccontano quella che è stata la storia quotidiana di migliaia di cittadini, ma scompariranno dalle strade di Como entro la fine di quest’anno. Proprio a partire da questi giorni, saranno avviate le operazioni di dismissione e rottamazione delle cabine telefoniche pubbliche, quelle che un tempo funzionavano a gettoni, per intenderci, e che oggi sono tristemente degradate e abbandonate agli angoli delle strade.
Tutte rimosse entro dicembre
Sono 45 in tutto in città e una di queste - quella che si trovava in piazza Perretta - è già stata rimossa. Ora toccherà a quella di piazza Camerlata, per poi passare a via Bertinelli, di fronte al Comune, a piazzale Monte Santo, piazza Vittoria, la tangenziale, via Milano, via Dante, via Bellinzona e così via.
Ma c’è qualcuno in città che non accetta che il segno del tempo le cancelli dallo spazio pubblico e, negli ultimi due giorni, è andato a caccia delle cabine rosse e ha segnalato su di esse, con un adesivo, il proprio numero di telefono. «Spero che qualche tecnico Telecom mi chiami quando vede il numero - spiega Andrea Giordano, 33 anni, di professione grafico e residente a San Fermo - io ho già provato a contattare l’azienda tramite Pec, mail, raccomandata e chiamando, per chiedere di poter avere una cabina, ma ancora non sono riuscito a mettermi in contatto con chi si occuperà della dismissione». La sua è una passione se non altro bizzarra («un amico una volta mi ha schiettamente chiesto perché perdo tempo dietro a queste cose») che però lo ha portato in 48 ore a macinare a piedi le strade del centro città, ma anche di Ponte Chiasso, Cantù, Maslianico e Cernobbio, “targando” con il proprio numero di telefono ben 60 cabine telefoniche.
«Una persona mi ha anche chiamato - racconta Andrea - ma non si trattava di un tecnico, bensì di un cittadino che, saputa la mia storia, mi ha chiesto di portare avanti una richiesta qualora Telecom mi contattasse: non far togliere la cabina telefonica di Camerlata».
Una passione fuori dal comune lo spinge a salvarne almeno una
Come a dire che, nonostante lo stato di degrado e di abbandono in cui versano questi ex servizi pubblici, qualcuno ancora ci tiene. Andrea è sicuramente uno di questi: «A me per hobby piace collezionare questo tipo di oggetti e mi farebbe piacere avere una cabina telefonica di questo tipo perché a casa ho già un telefono pubblico in lire, il Rotor 1, ma anche slot machines e distributori a gettoni. Un giorno, chissà, sarebbe bello esporre questa piccola collezione di oggetti d’epoca».
La domanda però sorge spontanea, sia per la fatica fatta nell’affiggere in giro per la città, cabina per cabina, il proprio numero sia per la peculiarità della passione: perché mai passare il proprio tempo a caccia di questi oggetti? «Sono convinto che insieme a loro perdiamo parte della nostra storia - spiega Andrea - Io sono del 1990 e ho avuto occasione di utilizzare la cabine telefoniche a lire, hanno rappresentato qualcosa della storia italiana. E poi mi dispiace vederle così degradate: oggi mi sembra ci sia meno cura per quello che un tempo era considerato bene comune».
Non solo Como: anche a Varese
Mentre a Como c’è chi, come Andrea, si preoccupa di salvaguardare il ricordo tangibile di un’età ormai passata, a Varese l’iniziativa per salvare le cabine telefoniche diventa azione collettiva. L’idea, nata da un gruppo Facebook (“La Varese nascosta”) che conta 26mila follower, è quella di convertire le “scatole” rosse in luoghi utili a tutti. Il progetto lanciato sul gruppo, nello specifico, è quello di trasformarle in mini biblioteche o “bibliocabine”, adibite allo scambio di libri. Ma non è l’unica idea in circolazione: tra chi parla di renderle serre, postazioni per defibrillatori o gallerie d’arte, sono in molti comunque non volerle vedere sparire dalle strade delle città.
Intanto però i tempi stringono: il garante delle comunicazioni AgCom ha autorizzato Tim a smantellare le circa 16mila cabine diffuse in tutta Italia entro il 2023, anticipando così la data, precedentemente preventivata, del 2026.
Se anche voi siete affezionati a questo pezzo della nostra vita quotidiana che sta per scomparire, cliccando su questo link potete consultare l’elenco delle cabine telefoniche presenti nel vostro comune e contrassegnati per tipologia (impianti stradali, esercizi commerciali, altro). Intanto però Tim fa sapere che saranno mantenute le cabine pubbliche che si trovano all’interno di luoghi di rilevanza sociale come ospedali o strutture sanitarie equivalenti, caserme dove non sia presente il segnale mobile e nelle carceri.
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