Spina Verde in cerca di fondi: intanto aumentano cervi e lupi

Ambiente Lotto di lavori avviato l’anno scorso per la messa in sicurezza dei boschi di Albate, ma da un anno e mezzo serve intervenire anche con altri lavori

Como

Il parco della Spina Verde ha ancora bisogno di una grande bonifica, intanto nel grande polmone verde si fanno largo cervi, mufloni, tassi, lupi e volpi, mentre occorre proteggere le rane rosse e i tritoni crestati.

All’inizio dell’anno scorso l’ente parco aveva avviato un primo importante lotto di lavori per mettere in sicurezza i boschi di Albate, grazie a circa 70mila euro di interventi era stato possibile sistemare rive e arbusti attorno al monte Goj. L’area però, 129mila metri quadrati di verde, ha bisogno di ulteriori ingenti lavori, attesi da ormai un anno e mezzo. Infatti due estati fa dei forti temporali avevano compromesso oltre 4700 piante, un quantitativo di legname in parte ancora a terra. Per completare questo successivo lotto il parco della Spina Verde era alla ricerca di circa un milione e 200mila euro di finanziamenti.

«Quella stima è superata, ora ci basta meno – dice Giorgio Casati, il presidente del parco – in parte perché il bosco si rigenera, in parte perché abbiamo comunque passo dopo passo liberato i sentieri. Certo in certe zone ci sono ancora i pali della corrente abbattuti con i fili e i cavi stesi. Rimuovere tutto il materiale è una garanzia per il rischio incendi estivi, quanto alle rive bisogna prevenire gli smottamenti. Intendiamo partecipare anche a bandi minori, avessimo solo 150mila, 200mila euro potremmo iniziare a governare e consolidare il territorio». A Monte Olimpino, sopra al cimitero, verso Ponte Chiasso, il parco ha preparato intanto una nuova piccola oasi, un’area umida dove aironi cinerini, rane lataste e tritoni crestati hanno preso casa. «Sono specie protette – spiega ancora Casati – la cui presenza è indicativa della buona salute del nostro parco. Le rane rosse in particolare sono elementi preziosi a rischio estinzione. Cercheremo ancor più di valorizzare l’area».

Una terra boschiva che negli ultimi anni si è nuovamente ripopolata di animali. Certo con i cinghiali occorre fare i conti, l’ente parco cerca di controllare l’eccessiva proliferazione degli ungulati attraverso 150, anche 200 abbattimenti l’anno. «Nella Spina Verde vivono anche i cervi – racconta il consulente del parco naturalista e faunista Andrea Pasetti – difficile dire quanti, probabilmente una ventina, ma li abbiamo più volte fotografati sotto al Baradello. Ci sono anche caprioli, abbiamo immagini di mufloni, che pure sono stati decenni fa introdotti e non sono endemici e ancora volpi, tassi. Vivono nel parco anfibi da tutelare come la rana rossa, il tritone punteggiato e crestato, oltre ad una grande varietà di uccelli». Del lupo non c’è testimonianza fotografica, ma quella in presenza rilevata dalla polizia provinciale. Agenti che registrano negli ultimi anni la propensione da parte di molti animali di spingersi a ridotto dei centri abitati. Perfino nella città murata, il mese scorso gli studenti hanno scovato una volta all’interno del liceo Teresa Ciceri. Così fanno anche tassi, scoiattoli, lepri, tutti alla ricerca di cibo.

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