Sport a Como, meno fondi e costi più alti: le conseguenze per le società

Comune Aumento delle tariffe di iscrizione a causa della riduzione dei contributi. I presidenti: «Non ce lo aspettavamo. Difficile trovare sponsor o altre risorse»

Tariffe più alte, allenatori pagati meno e riduzione delle squadre allenate: le società sportive ipotizzano soluzioni per affrontare il futuro, a fronte della sempre più complessa situazione degli impianti sportivi cittadini e dell’ultima novità in tema di contributi pubblici.

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Le conseguenze

Un problema, quello dello sport a Como, con una lunga storia alle spalle, cui si è aggiunto a inizio settimana il tassello del nuovo bando del Comune, approvato dalla giunta guidata dal sindaco Alessandro Rapinese, che prevede un’erogazione di fondi alle società sportive di 44mila euro, (erano stati 184mila nel 2023), con un tetto massimo di 1.500 euro a società. Un ribasso inaspettato, che ha colto le società alla sprovvista. «Non escludiamo di alzare le tariffe, perché abbiamo molte spese, tra affitti e pulizie, e trovare sponsor è sempre più difficile, soprattutto per società che si occupano di sport giovanile» spiega per esempio Guido Corti, della Polisportiva Comense, dove si allenano 400 ragazzi.

La storica associazione sportiva è nata a Como nel 1957

«Che questo sia un preludio a costi più contenuti di affitto e gestione delle palestre comasche? - si chiede invece Luciano Mastrapasqua del Basket Como, storica associazione sportiva fondata in città nel 1957 - Spero sia così. La riduzione dei contributi ci ha colti impreparati, abbiamo dovuto rinunciare a comprare le divise per le nostre giocatrici. Senza contributi, una società piccola non riesce ad affrontare spese extra e fatica persino con quelle di base». Il Basket Como conta tra le proprie fila una squadra di basket femminile e una squadra di persone con disabilità (trenta in totale gli iscritti). «Ai giocatori disabili non chiediamo una quota e per fortuna abbiamo Fino Mornasco, dove si allenano, ci agevola nell’affitto ma ci sono altre spese da coprire». Come accade in tutte le società di basket e pallavolo della città, ci si allena in tante palestre diverse, alcune fuori dal Comune, per penuria di impianti sul territorio.

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«Così perdiamo anche tesserati»

«Per via dei problemi con gli spazi abbiamo ridotto le squadre e perso 20 tesserati - racconta Mauro Borghi della Polisportiva Alebbio - Non ci aspettavamo questa novità sui fondi, ma ne prendiamo atto e ci mettiamo all’opera con altri bandi».

«Oltre allo sport insegniamo ai ragazzi a stare insieme»

Un’altra ipotesi la mette in campo Stefano Taccini di Como Volley (187 iscritti di cui 150 under 18): «Abbiamo allenatori di livello, che però vanno pagati. Ridurre i fondi significa spingere le società a fare scelte spiacevoli e un’alternativa potrebbe essere quella di trovare allenatori più giovani, che costino meno». E tra le altre rinunce cui la società dovrà andare incontro ci sarà anche la possibilità di offrire ai bimbi delle varie squadre la cena di Natale, come si era pensato di fare nelle scorse settimane: «Però lo sport è anche questo: imparare a stare insieme. È l’apporto che cerchiamo di dare, rispolverando valori che altrimenti oggi non si trovano più, se non forse negli oratori, che ormai però sono sempre più in crisi».

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Tra le incertezze del futuro per Taccini c’è anche quella legata alla palestra di via Giulini dove si allena la sua squadra di pallavoliste approdate in serie B2: «Il Comune ci ha dato questa palestra e questo ci ha aiutato molto, ma la avremo fino a giugno, poi non sappiamo cosa succederà». Tra le società c’è anche chi al bando di Palazzo Cernezzi non può partecipare per via dei criteri scelti per la selezione, tra cui la presenza di under 14 che pesa per il 50% del punteggio massimo totalizzabile, pari a 40 punti.

«Noi alleniamo adulti, tra i 19 e i 50 anni - spiega Stefano Rossi dell’associazione Basket Antoniana - Capisco il criterio, ma non nego un po’ di amarezza perché anche promuovere lo sport tra gli adulti è importante, dirselo non basta».

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