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Cronaca / Como città
Giovedì 20 Febbraio 2025
“Spostano” il cuore e gli salvano la vita con la tecnica del “bacio”
Sanità Paziente di Limido Comasco operato alle Molinette per un raro tumore, con una tecnica mai usata prima. E il primario è di Casnate. «Ho girato tanti ospedali, solo a Torino hanno deciso di provarci. Adesso sto bene»
I chirurghi delle Molinette hanno dovuto sollevare il cuore e asportare venti centimetri di massa al timo che comprimeva un polmone. Un intervento salvavita molto rischioso, tanto che altri ospedali avevano rifiutato il caso. Ormai però il tumore era arrivato nonostante la chemioterapia ad invadere il cuore, perciò l’equipe torinese ha deciso di portare in sala operatoria Virgilio Sandullo, comasco di 56 anni.
Le parole dopo l’intervento
«Altri ospedali dicevano che non avrei sopportato l’operazione»
«Sto bene, sto facendo riabilitazione, ringrazio tutti infinitamente – racconta Sandullo, residente a Limido Comasco e impiegato in una azienda svizzera – è stato un intervento importante, incredibile, ma non era più possibile attendere. Ho girato una serie di ospedali prima di trovare in quello di Torino qualcuno disposto a operarmi. Le strutture sanitarie in cui avevo fatto le cure e la chemio avevano eseguito le profilassi corrette, ma mi avevano detto che non sarei stato in grado di sopportare un intervento. Le cure e le terapie non hanno dato i risultati sperati. Grazie a mia moglie Paola abbiamo trovato i nominativi di alcuni esperti del centro torinese, su consiglio delle varie associazioni che aiutano i malati di tumori rari». I timomi nel caso specifico, una neoplasia che attacca il timo. Dopo l’operazione chirurgica, la terapia intensiva, la degenza in reparto, adesso Sandullo si trova in una clinica piemontese per rimettersi in forma. «Alle Molinette ho compiuto da pochi giorni 56 anni – racconta ancora il paziente – ho festeggiato spegnendo le candeline con mio figlio Luca, di 18 anni».
Il chirurgo comasco: ex voltiano
Questa storia a lieto fine tra l’altro è doppiamente comasca. Infatti il primario del reparto che ha deciso di operare senza fermare il cuore, ma alzando l’organo ancora battente per rimuovere la massa, è un ex liceale del Volta. Mauro Rinaldi, cardiochirurgo con all’attivo più di 10mila interventi al cuore, dopo gli studi è volato in America alla prestigiosa Mayo Clinic, ma ha ancora la famiglia a Casnate con Bernate. Gli specialisti con cui lavora oggi alle Molinette hanno dovuto aprire la cavità pleurica, compreso il pericardio, il delicato sacco che contiene il cuore.
Il merito va tra gli altri a Massimo Boffini della Cardiochirurgia universitaria, Enrico Ruffini e Paraskevas Lyberis della Chirurgia Toracica universitaria. «Con un meticoloso e complesso isolamento di tutti i vasi - spiega Lyberis - il tumore e il polmone sinistro ormai non più funzionante, perché invaso dalla neoplasia, sono stati asportati in sicurezza. Anche il diaframma, il muscolo che separa il torace dall’addome, coinvolto dalla malattia, è stato in parte asportato e ricostruito».
Come ci sono riusciti
«L’intervento è stato possibile grazie all’impiego di un piccolo conetto - spiega Boffini - collegato a un braccio malleabile che, creando il vuoto, riesce a mantenere il cuore in posizione verticale, garantendo allo stesso tempo che spinga il sangue in tutto il corpo. Si chiama posizionatore cardiaco e funziona come se desse un lungo bacio al cuore a cui viene collegato. È usualmente utilizzato per gli interventi di rivascolarizzazione miocardica a cuore battente, senza l’uso della circolazione extracorporea e in questo caso ha permesso di raggiungere agevolmente le vene polmonari di sinistra, che sono dietro al cuore e che dovevano essere suturate per la rimozione della massa».
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