
Cronaca / Como città
Martedì 25 Marzo 2025
«Stadio, due timori: i volumi e il rispetto del Razionalismo»
L’intervista Clemente Tajana, ex ingegnere capo del Comune di Como nonché urbanista e docente all’Accademia Aldo Galli: «Lo stadio deve rimanere lì perché la caratteristica di avere uno stadio a lago è una peculiarità
Dice che «il tema dello stadio Sinigaglia è per Como forse la più grossa sfida urbanistica del primo quarto di questo secolo» e avverte come, secondo lui, il nuovo progetto «non tiene abbastanza conto che quella porzione di città rappresenta una “collezione” razionalista» intesa come insieme di «gioielli architettonici».
Parole di Clemente Tajana, una laurea in ingegneria e una in architettura, dirigente del settore Urbanistica del Comune di Como dal 1972 al 1988 e ingegnere capo dal 1988 al 2001. Oggi è docente all’Accademia Galli e, all’attivo, ha numerose pubblicazioni su temi urbanistici e cittadini.
Partiamo dall’inizio. Che lo stadio debba rimanere lì ormai ci sono pochi dubbi, vista anche la linea dell’amministrazione. Lei cosa ne pensa?
Di dubbi e perplessità sulla collocazione ne sento molti. Ma, secondo me, lo stadio deve rimanere lì perché la caratteristica di avere uno stadio a lago è una peculiarità della città. Gianni Brera definì il Sinigaglia come “lo stadio più bello del mondo” perché aveva la vista del lago. Esattamente come facevano i Romani che in città costruirono il teatro, scoperto alla fine del Novecento tra la parte terminale di via Vitani e l’hotel Tre Re, proprio vicino al lago che, nell’epoca romana, arrivava in prossimità.
Uno stadio che, pur con tutti i rimaneggiamenti, sta per compiere cento anni...
Certo. Nel corso della sua storia ha avuto almeno cinque trasformazioni: il progetto iniziale di Giovanni Greppi e poi con Gianni Mantero, Enrico Ballerini e Luciano Trolli, Enrico Mantero e l’ultima è stata quella delle tribune verso l’hangar che, a mio avviso, è proprio la parte più brutta.
Ora si sta parlando di una ristrutturazione radicale. Che impressione ha avuto dalle immagini diffuse?
A differenza di alcuni miei colleghi io non pongo tanto l’accento sulle funzioni perché capisco che servano per la fattibilità economica, ma ho paura delle dimensioni perché mi sembrano esuberanti rispetto alla città razionalista composta da Canottieri, Monumento ai Caduti, Mila, stadio, Novocomum e Casa Giuliani-Frigerio.
Che rischio si potrebbe correre?
Che la “collezione” razionalista attualmente in maggioranza nella visione urbana, vada in minoranza. Quella zona è l’orgoglio della città, compreso lo stadio.
Lo stadio però oggi è praticamente un rudere...
Non sono d’accordo. La parte brutta è quella verso l’hangar e proprio in quella zona l’altezza potrebbe anche essere aumentata, mentre dovrebbe abbassarsi negli altri tre lati verso Monumento ai Caduti, Novocomum e lago.
Parliamo delle altezze del nuovo progetto...
Io contesto la simmetria che ha. Verso Monte Olimpino, quindi dietro la curva di casa, oggi abbiamo solo dei condomini, mentre verso i giardini dei monumenti straordinari. Non tenerne conto vuol dire non capire la città. Io auspico una struttura asimmetrica in altezza, con una differenza marcata tra le due curve.
L’impatto la preoccupa?
Non si può fare un rettangolo che non tiene conto della “cittadella” razionalista. Ci può stare più gente anche senza rovinare quel patrimonio. Renzo Piano ad esempio con lo stadio di Bari ha fatto cose straordinarie, si vede fuori addirittura il castello di Federico II. Il progetto che ho visto per il Sinigaglia non tiene abbastanza conto della “collezione” razionalista. Non sto dicendo, sia chiaro, che va buttato via tutto. Ma va molto rivisto. Io pongo una visione culturale.
E la visuale dal lago?
Se teniamo bassa la struttura verso il Monumento ai Caduti si continuerà a vedere la cupola del Duomo, in caso contrario no. La vista dal lago è un elemento fondamentale, già i Romani ne tenevano conto.
Fra l’altro tutta la zona è vincolata..
Sì, e ci sono due vincoli. Uno sui singoli monumenti e uno di insieme.
Passiamo alla pedonalizzazione. Lei è Favorevole?
Certo. Quella è indispensabile altrimenti si crea una congestione folle. Già adesso la situazione è pazzesca. Viale Puecher doveva diventare pedonale anche con il Como in B o in C perché così è molto degradato.
E all’autosilo al “Pulesin”?
Prima bisognerebbe alzare quello di Tavernola, anche per la sua funzione di interscambio con il battello. Ma personalmente non sono contrario a un autosilo al “Pulesin”, può essere molto utile. È abbastanza periferico da non creare congestione e intercetta anche la direttrice verso la Svizzera. Ci avevamo pensato negli anni Novanta, lì avrebbe dovuto esserci anche l’entrata del tunnel della Borgovico bis. Io non farà mai battaglie contro gli autosili perché bisogna togliere le auto dalla strada e creare le ciclabili. L’autosilo di viale Lecco, tanto criticato, è funzionale ed un esempio di civiltà: valorizza anche le terme romane ed è una bella struttura, non ha rovinato nulla e funziona. Si sarebbe dovuto fare un autosilo anche in viale Varese al posto del Pirellino. Sarebbe stato molto più utile. E inoltre è da realizzare in città il parcheggio dell’area ex-Ticosa, con collegamento diretto ad una “circolare” di trasporto pubblico su gomma.
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