Stadio, sì anche delle associazioni di categoria: «Opportunità da cogliere»

Il dibattito Prevale l’ottimismo tra i referenti delle categorie economiche. Ance: «Darà nuova vita alla città». Gli artigiani: «Aperti al cambiamento»

Non ci sono dubbi tra chi rappresenta le imprese in città: il treno Sinigaglia passa ora e forse mai più. Con le dovute perplessità e la ponderazione necessaria (che però, osservano alcuni, il Como 1907 ha già dimostrato), il progetto di riqualificazione dello stadio, di cui si ha un’idea più chiara da martedì, va accolto per il bene della città. Anche perché, come sottolinea Francesco Molteni, presidente di Ance, la società guidata dai fratelli indonesiani Hartono e che ha per presidente Mirwan Suwarso, «ha dimostrato una maturità non comune nell’affrontare un tema così delicato».

Un impianto aperto a tutti

Delicato perché le difficoltà non mancano. Si conoscono bene, ma in questi giorni rimbalzano un po’ ovunque in città considerazioni sul prestigio dell’area - icona del Razionalismo comasco - e sulla vicinanza dell’impianto sportivo alle abitazioni. «Quello cui stiamo assistendo però - prosegue Molteni di Ance -, è una forte sinergia tra amministrazione, società e tifoseria. Va sfruttata. Gli ostacoli relativi a viabilità e parcheggi sono questioni tecniche che si possono superare, mentre credo che la sfida più grande sarà tener conto delle esigenze cui lo stadio dovrà rispondere se, come annunciato da chi ne sta curando il progetto, sarà davvero uno stadio che proverà a dare nuova vita alla città».

Un ragionamento, questo, che piace a Edoardo Colombo, comasco ed esperto di turismo, presidente dell’associazione italiana per l’intelligenza artificiale (Turismi.ai). «Ho letto stroncature davvero premature. È chiaro che la società sa bene di non poter fare quello che vuole in quell’area, tant’è che nell’idea di progetto che ha mostrato tiene conto dei limiti». Per Colombo, questa apertura alla vita cittadina dello stadio non dovrebbe essere interpretata solo in termini di concerti ed eventi: «Lo avevo già detto e ci credo ancora: sogno che possa diventare anche un polo di attrazione culturale e scientifico. Mi piacerebbe che si dedicasse un’area espositiva a Volta. Sarebbe una svolta per uno stadio che fino all’arrivo della nuova società del Como è stato del tutto abbandonato».

Di riqualificazione dell’area parla anche Pasquale Diodato, presidente di Cna: «Lì c’è bisogno di un intervento, è chiaro. E questa società mi sembra interessata a fare ciò che è il bene della città, quindi l’entusiasmo e l’euforia che si sentono in questi giorni sono il segno di un’occasione che Como non può perdere». Entusiasmo cui, secondo Roberto Galli, presidente di Confartigianato, non si era più abituati in città. «Bisogna essere aperti ai cambiamenti e non rinchiudersi in vecchi schemi. La speranza è che la gestione sia accurata e che si faccia il possibile per evitare che la città si blocchi. Ma ricordiamoci che non esiste nessun altro stadio come il nostro, con una posizione così».

L’apertura al confronto

La contestualizzazione del progetto cui sta lavorando lo studio architettonico di fama internazionale Populous, sotto la guida di Silvia Prandelli, secondo Graziano Monetti è stata «oculata». «L’atteggiamento della società è positivo, nell’apertura ai feedback della città - dichiara il presidente di Confcommercio -. Sono sicuro che gli esercenti, che conoscono l’aria che tira nelle vie e nelle piazze, potranno dare il loro contributo. Auspichiamo questo confronto». E dall’entusiasmo si fa trascinare anche chi, come Claudio Casartelli, in passato si era detto più titubante sull’idea di posizionare il futuro Sinigaglia lì. «I cittadini esultano e io mi accodo - dichiara il presidente di Confesercenti -. Alcune perplessità su mobilità e parcheggi rimangono, ma è indubbio che questo stadio darebbe lustro alla città».

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