Stalker, il Tribunale è intervenuto. Libertà vigilata in una casa di cura

La storia Provvedimento del giudice a carico della donna affetta da patologie mentali per perseguita l’ex marito

La donna accusata di stalking, ma a carico della quale era difficile intervenire per via delle sue patologie psichiatriche, è stata messa in libertà vigilata all’interno di un istituto di cura. A deciderlo il giudice delle indagini preliminari di Como, che ha accolto la richiesta presentata dalla Procura.

Premessa: non è merito dell’articolo comparso ieri su La Provincia se le istituzioni si sono mosse a tutela dell’uomo che, da due anni, subiva le persecuzioni dell’ex moglie. Anzi, purtroppo abbiamo saputo solo ieri che un provvedimento cautelare era stato deciso ed eseguito, nei giorni scorsi. Provvedimento complicato, non solo umanamente parlando ma anche in punta di diritto. A sciogliere il nodo che ha impedito sostanzialmente un intervento da parte delle istituzioni è stata una consulenza, richiesta dalla Procura, che ha giudicato la donna socialmente pericolosa.

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Da qui la decisione: procedere a una misura provvisoria di libertà vigilata ma con l’obbligo di cura presso una struttura specializzata in disturbi psichiatrici, misura eseguita dai carabinieri di Como. A raccontare di un incubo iniziato ormai tre anni fa, era stato l’ex marito. Un matrimonio rotto dalla donna, dopo trent’anni, alla comparsa dei primi sintomi della patologia. La situazione è precipitata quando l’uomo ha allacciato un’altra relazione sentimentale, dopo il divorzio. Da lì sono cominciate minacce, agguati, atti persecutori. Dopo una denuncia e un’archiviazione, per via dei problemi psichici, l’uomo ha temuto di essere abbandonato. I giudici hanno trovato una soluzione.

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