Cronaca / Como città
Sabato 28 Ottobre 2023
Stangata affitti brevi: mille euro in più
per 1200 comaschi
I dati Nella proposta della legge di Bilancio del Governo è previsto l’aumento dal 21 al 26% della cedolare secca. Confedilizia e società contrarie. Sì dai sindacati inquilini
Potrebbe salire fino al 26% la cedolare secca sugli affitti brevi e questo significa che i comaschi che ospitano turisti pagheranno in media da 850 a mille euro in più all’anno.
Il governo nella manovra 2024 ha previsto un ritocco importante dell’aliquota degli affitti brevi, oggi fissata al 21%. La bozza, ancora da discutere e votare in Parlamento, ha suscitato le critiche delle categorie interessate e la contestazione da parte di un partito di maggioranza come Forza Italia.
I numeri attuali
Solo in città sono attivi circa 1.200 annunci online per camere e appartamenti, in totale in provincia il dato si aggira attorno alle 10mila case vacanza. I dati ufficiali camerali, che però non comprendono tutta l’offerta a volte sommersa, registrano già un sorpasso ormai assodato delle presenze nelle strutture extra alberghiere rispetto agli hotel tradizionali.
«Significa andare a colpire cittadini comuni – commenta Simone Majeli, titolare di Rent All Como, agenzia che gestisce una sessantina di proprietà – persone che affittano casa per integrare il reddito. Dopo la crisi industriale il turismo ha aiutato tanti lavoratori ad avere una entrata parallela. Secondo le nostre stime questo aumento si traduce in media in 850 euro all’anno di tasse in più. In città questo calcolo è più vicino a mille euro alla luce dei prezzi più cari. L’impatto è forte. Il capoluogo conta più di mille affitti brevi attivi, la provincia circa dieci volte tanto».
Il rovescio della medaglia è che a Como sono sempre meno gli appartamenti in uso a lavoratori e studenti. In media per 70 metri quadri al mese l’affitto arriva a mille euro. Firmato un contratto indeterminato per un infermiere o un insegnante stabilirsi qui è complicato. «A tal proposito proporrò al Comune di Como di abbassare la tassa sulla casa a chi offre contratti d’affitto a lavoratori e studenti – commenta il presidente di Confedilizia Claudio Bocchietti – come già succede a Milano, per incentivare universitari e professionisti a trasferirsi da noi. La strada giusta è abbassare le tasse agli affitti di lungo periodo, non alzare le tasse sugli affitti brevi. Ospitare i turisti conviene, ma è comunque un impegno, c’è da pensare alle pulizie, ai servizi, alle prenotazioni. Non è che a Como tutti gli edifici siano diventati bed and breakfast».
La carenza di alloggi
No, ma l’impressione è che sempre più stanze soprattutto nella città murata e in riva al lago siano abitate da visitatori stranieri per la maggior parte dell’anno. E comunque i prezzi per i comuni cittadini sono esplosi. Basta provare a guardare quanto costa un monolocale o un bilocale in affitto su uno dei portali commerciali più noti. «Infatti secondo noi l’aumento della cedolare sugli affitti brevi è un giusto passo avanti – commenta Matteo Dominioni, referente a Como di Sicet, il sindacato degli inquilini della Cisl – anche se non sufficiente a risolvere la situazione». A Como c’è un forte bisogno di casa, sfratti e morosità sono in aumento. «Le case vacanza tolgono spazio alle locazioni ad uso abitativo - dice Fabio Frigerio per Sunia Como, il sindacato degli inquilini della Cgil – svuotano i centri storici, allontanano i lavoratori. La città murata oggi parla inglese, è un albergo diffuso. La convenienza per i proprietari è comprensibile: affittare ai turisti per pochi mesi significa guadagnare di più rispetto al canone annuale normale. Ma occorre tutelare gli affitti tradizionali».
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