Strage di Bologna, minuto di silenzio in consiglio comunale: «Diciamo no alle istituzioni che hanno protetto i colpevoli»

Como Intervento della consigliera Casella, della lista Rapinese, durante una seduta del Consiglio per raccontare le emozioni provate, insieme alla consigliera Galli (Pd) durante la commemorazione delle vittime

«Ricordo bene dov’ero in quella data, come ho saputo della strage di Bologna. Non dalle televisioni, ma dagli amici della parrocchia di San Fedele, dove Carlo, Maria e il piccolo Luca erano ben conosciuti. In particolare, conoscevo la loro mamma, la mamma di Carlo, la signora Giuseppina che aveva il negozio a pochi metri da casa mia. Sono stata a trovarla diverse volte nel convento di clausura dove è andata a vivere in seguito» ha iniziato così il proprio intervento la consigliera Cecilia Casella, della lista Rapinese, lunedì 5 agosto durante la seduta del consiglio comunale.

«Sono stata veramente onorata quando mi è stata data la possibilità di partecipare a questa manifestazione. Questo intervento vuole riportare la mia esperienza e le condivisioni delle mie riflessioni». Casella ha ricordato l’impegno del ricordo, ancora vivo fortunatamente a Como, di quell’orribile strage, che rappresenta ancora oggi uno dei momenti più bui della storia repubblicana. «Sono rimasta colpita dalle parole del presidente dell’associazione delle vittime della strage: parole dirette, necessarie, ferite ma non domate. Parole che ci ricordano che la violenza inaudita di quegli anni è stata combattuta con pazienza da persone comuni che non hanno accettato di abbassare la testa, nemmeno di fronte a un dolore che avrebbe potuto annichilire».

«Abbiamo incontrato i soccorritori e ascoltato le loro storie: sono gli occhi degli occhi di chi ha visto. Non si può dimenticare»

Casella ha quindi parlato del presente, con una riflessione che, anche se non esplicitamente, ha fatto pensare al dibattito che si è acceso, ancora una volta in questi giorni, sulla matrice della strage di Bologna, che portò alla morte di 85 persone e al ferimento di altre 200. «I parenti delle vittime hanno combattuto per 44 anni alla ricerca della verità e credendo nel corso della giustizia che non è ancora definita nei suoi più terribili dettagli. L’atto più grave della nuova Repubblica, un atto di cui conosciamo la matrice ma di cui non è ancora stata fatta giustizia». Casella ha quindi parlato delle persone incontrate quando, insieme alla consigliera del Pd Eleonora Galli e agli agenti della polizia locale - che entrambe le consigliere hanno tenuto a ringraziare per la professionalità e la cortesia dimostrate - si sono recate a Bologna, lo scorso 2 agosto, in rappresentanza del Comune di Como.«Abbiamo sentito le storie di chi è intervenuto a prestare soccorso: ha visto, ha sentito, ha avuto paura ma non si è arreso. Il presidente dell’associazione vittime della strage ha detto che “abbiamo visto gli occhi degli occhi di quelli che hanno visto”. Adesso quegli occhi sono i nostri occhi, ora dobbiamo fare la nostra parte perché nessuno possa dimenticare e questo non possa ripetersi». Colpita dall’esperienza anche la consigliera Galli che ha riferito della rabbia che ancora oggi provano i parenti delle vittime della strage: «Sono arrabbiati per la mancanza di verità che a Bologna si respira. Sono moderatamente arrabbiati, oltre che infinitamente tristi. La matrice fascista c’è ed è stata una parola ridondante durante la cerimonia. Ma il tenore è il dolore, sempre uguale, di queste persone, un dolore cui bisognerebbe trovare un altro posto. Loro racconteranno sempre, stanno facendo un lavoro con le scuole che merita di essere citato».

«Sulle istituzioni che hanno protetto quelle persone che, la sera prima, si sono sedute a tavola sapendo di stare per condannare a morte 85 persone. A questo dico no - ha ribadito infine Casella - a questo tipo di concezione della politica. Fermamente lo dobbiamo dire tutti. Fermamente ci dobbiamo impegnare perché la cosiddetta strategia del terrore non trovi più spazio per essere definita strategia, le parole sono importanti, ma crimine, che è quello che è». Al termine degli interventi preliminari, su richiesta della stessa Casella, tutto il consiglio ha osservato un minuto di silenzio per i morti in tutte le stragi della storia d’Italia e in particolare per le vittime, tra cui le vittime comasche, della strage di Bologna, di 44 anni fa.

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