Strage di Erba, ecco quali sono i pilastri dell’accusa. Oggi il via all’udienza per la richiesta di revisione

L’udienza Oggi alle 9 prende il via al Tribunale di Brescia la battaglia legale per il ricorso degli avvocati dei Romano. Ecco i motivi che hanno portato agli ergastoli: dal movente, alle confessioni, fino al riconoscimento di Frigerio

La battaglia - legale, beninteso - è fissata per questa mattina a partire dalle 9. E già una cosa è certa: comunque vada, non sarà finita oggi. Innanzitutto perché ben difficilmente i giudici approderanno a una decisione già in giornata.

L'incubo - Puntata 1. La prima puntata del nostro video podcast che ripercorre, atti alla mano, la richiesta di revisione avanzata dalla difesa dei coniugi Romano per la strage di Erba

Ma, soprattutto, perché qualunque sarà la decisione della strage di Erba - purtroppo - ne sentiremo ancora parlare. Per via dei ricorsi, sicuramente. Ma anche perché il livello di tensione sul caso ha raggiunto livelli parossistici.

Sull’edizione di ieri abbiamo elencato i motivi per i quali, secondo la difesa, Rosa Bazzi e Olindo Romano sarebbero innocenti. Oggi ci concentriamo sui pilastri dell’accusa.

Le prove

La difesa sostiene che la condanna all’ergastolo contro i coniugi di Erba si basa su tre elementi di prova: le dichiarazioni di Frigerio, la macchia di sangue sul battitacco dell’auto di Olindo Romano e le confessioni. Una premessa che contiene una sottovalutazione di fondo o, meglio, ideologica. Perché a queste prove vanno aggiunti gli altri indizi, diventati prove in dibattimento, che hanno portato alla condanna dei coniugi Romano.

Il movente, la via di fuga, l’alibi inesistente, la manomissione del contatore Enel, la ferita al dito di Rosa, la dinamica dell’aggressione (due assassini, quello armato di coltello mancino e meno forte. E Rosa è mancina).

Ma uno dei capitoli centrali dell’affondo della difesa, e che sarà discusso oggi, riguarda le confessioni: «Acquiescenti».

In realtà i due coniugi nelle loro confessioni forniranno almeno 13 elementi identici, su particolari “neutri” e per questo ancor più significativi, e 11 dettagli inediti.

Elementi che non sembrano poter essere smontati dalla rilettura in chiave psicologica operata dalla difesa.

Le prove generali

Sia Olindo che Rosa raccontano di come già nelle settimane precedenti abbiano tentato di mettere a segno la strage. Lo fanno sia fornendo particolari uguali (ad esempio che nel primo tentativo sono entrambi rimasti sorpresi dalla velocità con la quale Raffaella sia entrata in casa e si sia chiusa dentro), sia entrambi sottolineando come i tentativi siano stati due.

I vestiti

Ricordarsi il vestito di qualcuno, e il proprio, a distanza di un mese non è facile. Almeno che quel vestito non sia stato la “divisa” indossata per andare in guerra contro gli odiati vicini. Rosa e Olindo ricorderanno com’era vestito lui. E pure Mario Frigerio dirà, in ben due circostanze, di aver notato che il suo aggressore indossava qualcosa di marrone, e i Romano hanno riferito che Olindo aveva pantaloni marroni».

I guanti

Olindo è più preciso. Rosa più generica. Ma entrambi non solo confermano che indossavano i guanti, ma dicono che quei guanti non sono certo dei guanti in plastica o in lattice.

L’accendino

Questione di sfumature. E forse questo particolare è più suggestivo che altro. Ma sul colore dell’accendino Rosa Bazzi e Olindo Romano forniscono una descrizione molto simile, che differisce per semplici sfumature: giallo per l’uno, arancione per l’altra.

Le armi

I due coniugi forniscono una descrizione assolutamente identica delle armi utilizzate e pure di quando e contro chi queste sono state utilizzate: un coltello da cucina per Rosa e una spranga per Olindo. Che aveva però anche un coltellino, rimasto in tasca fino all’aggressione ai coniugi Frigerio.

La finestra di Raffaella

Entrambi diranno di aver chiuso le imposte nella camera da letto di Raffaella. Particolare verrà confermato dalle foto dei vigili del fuoco. L’incendio: entrambi indicano lo stesso identico punto della casa Castagna dal quale vengono prelevati gli stessi oggetti (libri) utilizzati per dar fuoco alla camera di Raffaella. E anche qui le foto dei vigili del fuoco confermano.

La ferita al dito di Rosa

Entrambi indicano il momento esatto in cui questo è avvenuto: l’aggressione a Valeria Cherubini.

Le chiavi di casa Castagna

Questo è forse uno dei dettagli più clamorosi. Sia per lo stupore che si sente nella voce di uno dei magistrati, quando Olindo Romano lo racconta. Sia per la precisione con cui entrambi i coniugi ricostruiscono nella stessa medesima sequenza l’uscita da casa Castagna nel primo tentativo di fuga. Tutti e due descriveranno una scena inedita nello stesso identico modo: l’uscita di casa, Rosa che chiude a chiave, Olindo che scende e apre il portoncino ma vede la vicina, quindi dice a Rosa di riaprire e rientrano.

La lavanderia

Prima tappa della fuga indicata sia da lui che da lei la lavanderia. Entrambi raccontano che è li che si cambieranno completamente d’abito.Ma Olindo fornisce anche il dettaglio del tappeto, usato per non lasciare tracce, e fatto sparire con armi e vestiti sporchi.

Il lavatoio

Indicare, come luogo dove ci si pulisce entrambi del sangue che ancora si ha addosso, un lavatoio, può sembrare una coincidenza non così strana. Ma lo diventa quando si indica non solo lo stesso identico lavatoio, ma pure il punto esatto in cui entrambi si puliscono: un “canale” accanto allo stesso.

I cassonetti

Nonostante Rosa dimentichi uno dei tre cassonetti dove Olindo dice di aver gettato i sacchi in cui ha diviso armi, vestiti e tappeto, l’indicazione degli altri due punti scelti per liberarsi delle tracce della strage è talmente precisa da escludere la tesi della coincidenza.

Il sangue sul piede

Giunti a Como Olindo scopre di aver macchie di sangue addosso. Dove? All’altezza del piede, sotto la calza. Particolare confermato da Rosa, che non si limita a dire «era sporco», ma indica anche il punto esatto in cui era sporco: le calze. Fin qui i particolari uguali… a questi bisogna aggiungere altri 11 particolari inediti forniti negli interrogatori, soprattutto da Olindo Romano.

Il contatore

È uno dei temi più noti: il distacco della corrente per mano di Olindo Romano, uno “scherzo” che i due avevano già fatto in passato a Raffaella.

L’auto di papà Castagna

Quella sera Raffaella viene riportata a casa dalla madre non con la solita Panda, ma a bordo dell’auto del marito: Carlo Castagna. Particolare che Olindo Romano non avrebbe potuto acquisire indipendentemente dal fatto di essere o meno presente.

Il portoncino

Olindo Romano fornisce un dato del tutto sconosciuto e peraltro non richiesto: aveva le chiavi del portoncino di ingresso della scala di casa Castagna-Azouz. E le ha usate per entrare quella sera.

La sequenza dell’aggressione

La sequenza dell’aggressione è perfettamente sovrapponibile a quella del rinvenimento dei corpi e perfettamente compatibile con un’aggressione portata da chi si presenta alla porta d’ingresso.

Il bambino

Purtroppo manca una videoregistrazione di Rosa Bazzi che, sul collo di Mariano Fadda, simula l’accoltellamento di Youssef. Ma anche dall’audio si sente quel momento.

Il coltellino

Olindo Romano dirà di aver sferrato due coltellate alla testa, con un coltellino a serramanico, contro Valeria Cherubini (segni effettivamente riscontrati, come vedremo oltre) e nell’incontrare la resistenza dell’osso cranico, tra i più resistenti del nostro corpo, il coltello si “rompe” o, per dirla con Olindo, si è smollato.

L’aggressione a Valeria

Rosa parla della ferita sul retro della coscia, Olindo Romano delle due coltellate alla testa date in rapida successione

La spranga

La descrizione della spranga, la sua provenienza (un pezzo del cric del furgone del lavoro), il suo “scopo” («le tenevo in auto, non si sa mai») nella vita comune, sono dettagli tali da far dubitare che qualcuno, soprattutto in un momento in cui viene interrogato da quattro pubblici ministeri che lo accusano di una strage simile, riuscirebbe mai a inventarsi con tanta lucida freddezza.

La finestra del balconcino

Altro passaggio essenziale, l’apertura della finestra di casa Castagna. Essenziale per due motivi. effettivamente è la sola finestra trovata aperta tra casa Castagna e casa Frigerio e Rosa Bazzi, così dicendo, fornisce anche la risposta sia del motivo per cui la finestra è stata trovata aperta, e della presenza di una piccola macchia di sangue sul balcone.

L’aggressione a Mario Frigerio

Le parole di Olindo Romano si sovrappongono alla perfezione a quelle di Mario Frigerio. Ogni momento: la porta che si apre lentamente, poi si richiude per aprirsi definitivamente e di colpo si riapre.

E soprattutto quel dettaglio sul coltello estratto dalla tasca dei pantaloni dall’aggressore. Olindo Romano dirà la stessa cosa.

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