La denuncia di Patelli (Verdi): «Strane regole della Tari: a Como pagano anche i morti»

Il caso Il regolamento stabilisce che il nucleo famigliare considerato per la tassa rifiuti è quello “fotografato” dal Comune al 1 di gennaio: eventuali morti o trasferimenti successivi non vengono considerati

Secondo il regolamento Tari, i comaschi che muoiono dal 2 gennaio in avanti o che, a partire dalla stessa data, cambiano residenza, continuano a essere tassati per la produzione di rifiuti. Lo denuncia Elisabetta Patelli, esponente locale dei Verdi e residente a Como citando l’articolo 15 del regolamento, dove si legge che «Per le utenze domestiche condotte da persone fisiche che vi hanno stabilito la propria residenza anagrafica, il numero degli occupanti è quello del nucleo familiare risultante all’anagrafe del Comune al primo gennaio dell’anno di riferimento».

E dunque sia che avvenga un cambio di residenza sia che sopraggiunga un lutto, il nucleo familiare ai fini della Tari resta tale e quale a quello fotografato a inizio anno. «Potrà servire ad alleggerire il lavoro degli uffici, ma è una grave ingiustizia, oltre che un dolore, per chi riceve l’avviso di pagamento per il caro morto. Ma anche per chi si trasferisce dopo il 2 gennaio e si trova a pagare due volte: a Como e nella nuova località di residenza» dichiara Patelli. E questo nonostante le variazioni vengano automaticamente notificate agli uffici del Comune.

«Rischio evasioni»

Secondo Patelli poi questo non fa altro che favorire l’evasione. «Il sindaco Alessandro Rapinese ha giustamente fatto la guerra ai “furbetti” della spazzatura. Ora però sarebbe il caso che cambiasse queste regole (del 2021, quindi stabilite dall’amministrazione precedente, ndr), perché se nuovi residenti si trasferiscono a Como inserendosi in un nucleo famigliare già esistente (quindi non affittando o comprando casa, ndr) dopo il 2 gennaio, non saranno tenuti a pagare i rifiuti fino all’anno successivo. Lo stesso vale per i nuovi nati dal 2 gennaio».

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