Cronaca / Como città
Domenica 04 Agosto 2024
Sul Lario in 12 anni +8mila camere. Le strutture aumentano anche in zone non turistiche: «Boom da gestire»
Dati e analisi Nel 2011 c’erano quasi esclusivamente hotel. Poi si sono moltiplicati affitti brevi e case vacanza: +50%. Cosenza: «Famiglie e giovani faticano a trovare alloggi»
Col passare degli anni l’amore dei turisti per il lago di Como e il territorio che lo circonda non è certo diminuito, anzi. I dati forniti dalla Provincia segnano i contorni chiari di un fenomeno in crescita - come già evidenziavano i dati, pubblicati nei giorni scorsi, relativi alla sola città - ma anche soggetto a profondi cambiamenti.
Un dato su tutti: se le strutture alberghiere tra 2011 e 2023 sono rimaste un numero pressoché stabile, le strutture ricettive extra alberghiere sono aumentate di seimila unità.
Nel 2011 le camere a disposizione per i turisti arrivati qui ammontavano a quasi 14mila, si sono mantenute intorno alle 16mila unità fino al 2018 e poi, nel 2022, hanno raggiunto quota 20mila, per attestarsi l’anno scorso a 21mila. Un aumento, in soli dodici anni, di ottomila unità con una conseguente crescita, pari al 50%, del numero di posti letto disponibili. Il numero stesso degli arrivi sul territorio è cambiato - erano 969.178 nel 2011, più di un milione e mezzo nel 2023 - ma soprattutto a cambiare è stato il modo di soggiornare sul Lario. D’altra parte, la crescita di tutto ciò che ruota intorno al fenomeno turismo nel Comasco è scontata e non basta però a spiegare com’è cambiato il rapporto tra territorio e visitatori. Per comprenderlo, bisogna osservare che nel 2011 il viaggiatore diretto a Como e provincia si trovava a poter scegliere il luogo dove alloggiare nel corso della propria visita fondamentalmente solo tra hotel da una stella in su (fino arrivare ai cinque stelle lusso, allora solo tre, ma destinati a diventare ben otto nel 2023) e b&b. Allora era quasi ininfluente il numero delle case vacanza, che nel 2011 esistevano solo a gestione imprenditoriale, anche se già qualcuno iniziava a pensare di mettere la propria abitazione in affitto per la stagione estiva.
Scelte diverse
Oggi i turisti invece cercano alternative agli hotel nelle forme (e nei luoghi) più vari. La crescita dei posti letto in strutture extra alberghiere tra il 2011 e il 2023 è stata del 40%, negli hotel del 9%. Le strutture ricettive extra alberghiere costruite negli ultimi anni infatti sono state tante da superare di fatto la crescita stessa del turismo: l’occupazione dei letti disponibili sul territorio è scesa infatti dal 70% al 50%. Un dato che invece, per quanto riguarda gli hotel, è rimasto più stabile: l’occupazione dei letti nell’arco di un anno infatti è oggi del 70% (nel 2011 era dell’81%).
«Questi dati ci raccontano due cose - sottolinea Giuseppe Cosenza, ex dirigente del settore Urbanistica prima in Provincia e poi in Comune - In primo luogo che, nonostante l’occupazione dei posti letto sia diminuita, l’affitto a turisti resta ancora molto appetibile e più conveniente rispetto all’approccio tradizionale delle locazioni. Poi però bisogna anche osservare che le strutture alternative agli hotel, dai b&b alle case vacanza, hanno iniziato a comparire anche in luoghi che apparentemente non c’entrano col turismo. Un esempio è Lipomo, ma in provincia e in particolare intorno alla città di Como ci sono altre zone interessate dal fenomeno: qui basta offrire al turista una sistemazione piacevole e la distanza dalla città cessa di essere un problema. Per me, anni fa, sarebbe stato impensabile vedere così tante strutture ricettive in un luogo come Lipomo».
Il tema degli affitti
Il problema però va a toccare, come più volte è stato ricordato, il patrimonio immobiliare del territorio: «Giovani e famiglie fanno sempre più fatica a trovare affitti a prezzi accessibili, ma è difficile che questa fatica si trasformi in una protesta, come sta accadendo altrove. Sarebbe auspicabile che le categorie si muovessero al loro fianco in questa battaglia. E serve, ora più che mai, una chiara normativa di carattere nazionale per gestire questa “esplosione”».
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