Tagliò la gola a un uomo: «È capace di intendere»

La perizia Gli psichiatri del giudice: «Omar Querenzi può essere processato». La difesa promette battaglia

Secondo il perito del giudice Massimo Mercaldo, che è lo psichiatra Nicola Molteni cui era stato affidato l’incarico, Omar Querenzi, 33 anni, di Albiolo, era pienamente capace di intendere e di volere nel momento in cui uccise – questa è l’accusa della procura di Como – Giuseppe Mazza con un coccio di bottiglia mentre la vittima si trovava all’interno della propria auto parcheggiata in via Giussani. Un delitto che risale all’11 agosto del 2022.

L’uomo è stato dunque dichiarato anche imputabile a tutti gli effetti e capace di partecipare al procedimento che lo attende. Di colore opposto l’elaborato di parte effettuato sempre in queste settimane dalla difesa (con la psichiatra Carla Del Carpio e la psicoterapeuta Graziella Mercanti), che invece avrebbe rilevato una capacità di intendere e di volere grandemente scemata. Facile dunque ipotizzare un acceso confronto di periti nel giorno in cui si siederanno di fronte al giudice, perché molto della vicenda giudiziaria ruoterà attorno a questo passaggio cardine. La difesa, con gli avvocati Denise Canu e Pasquale Saggiomo, non si sbilancia e aspetta: «Non vogliamo dire nulla adesso – dicono – Attendiamo il confronto tra periti per chiarire alcuni aspetti che secondo noi non sono stati portati completamente alla luce». Querenzi è accusato non solo dell’omicidio di Mazza, ma anche del tentato omicidio di un giovane del Salvador e dell’aggressione ad un bambino e a un suo parente nei pressi del Sant’Anna e pure nel McDonald del Bennet di Montano Lucino. Striscia di sangue e di violenza che avvenne in poche ore tra le 9.30 della mattina dell’11 agosto a poco dopo mezzogiorno.

Mazza era stato ucciso con un coccio di vetro mentre si trovava seduto nella propria auto in un parcheggio vicino alla scuola media di via Giussani a Rebbio. Non ebbe nemmeno il tempo di reagire: l’uomo arrivò, aprì la portiera e lo colpì alla gola. Come del resto – secondo la tesi dell’accusa – l’indagato aveva provato a fare in precedenza, tra via Giussani e via Paoli, a un giovane centroamericano avvicinato con la scusa di chiedere una indicazione per l’ospedale.

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