Cronaca / Como città
Sabato 27 Agosto 2022
Tari, primi dati: uno su dieci non è in regola
Tassa rifiuti Dai controlli al nuovo sportello il 3% risulta addirittura “fantasma”. Evasi centinaia di migliaia di euro. Soltanto giovedì pomeriggio il Comune ha notificato avvisi per 24mila euro. Il sindaco: «E siamo appena all’inizio»
Evasi centinaia di migliaia di euro della tassa rifiuti e c’è chi, tra privati e locali, non ha mai versato nulla poiché all’anagrafe della Tari non risulta nemmeno iscritto. Fantasmi, insomma.
Il Comune sta agendo su più fronti per cercare di affrontare una questione che il sindaco Alessandro Rapineseaveva anche messo nel suo programma elettorale e da mercoledì ha attivato quello che è stato ribattezzato lo sportello “Urto” (Ufficio riscossione tributi omessi). In pratica chi va a Palazzo Cernezzi per rifare la carta di identità viene invitato a presentare il codice fiscale per un controllo. I primi dati, su 152 controlli effettuati, rivelano che l’11,2% è risultato non in regola con uno o più pagamenti e che il 2,6% non è per niente iscritto alla Tari. Contestualmente al controllo, in questi casi, il Comune ha provveduto ad effettuare l’iscrizione.
La sperimentazione
Il sindaco ha assistito personalmente a parecchie verifiche e racconta il caso di «un cittadino che ha chiesto cosa fosse la Tari».
Come detto si tratta dei primi numeri e riguardano solo quelli allo sportello sperimentale. Vale la pena precisare che la carta di identità viene ovviamente rilasciata anche se si viene pizzicati ad essere irregolari, ma si viene avvisati della necessità di saldare il dovuto il prima possibile.
A questi controlli si aggiungono quelli fatti dall’ufficio tributi incrociando i dati. «Solo giovedì pomeriggio - racconta il primo cittadino - sono stati inviati avvisi di accertamento per oltre 24mila euro inerenti al 2017, visto che si rischia la prescrizione e quindi stiamo dando priorità». Numeri che aumentano giorno dopo giorno e che, a valle, potrebbero essere molto significativi.
«I “Como Papers”»
«Dopo i Panama Papers, questa è la Como Papers - dice il primo cittadino lasciando in qualche modo intendere la portata tutt’altro che ridotta dell’indagine che potrebbe riguardare anche nomi eccellenti - e siamo solo all’inizio. E quello che più mi inquieta è constatare ciò che le precedenti amministrazioni hanno consentito. Stiamo parlando di una quantità di denaro spaventosa pagata da cittadini onesti a copertura di servizi fruiti da disonesti. Quello che sto facendo non è complicato, bastava solo volerlo fare. La buona notizia, però, è che sarà solo un ricordo lontano».
Rapinese sulle precedenti amministrazioni sottolinea che «il Pd ha smantellato il nucleo di Polizia tributaria e il centrodestra, al di là delle parole, non l’ha mai ripristinato». Infine ai commercianti che si dicono in difficoltà, il sindaco replica dicendo: «Non capisco la connessione tra l’essere in difficoltà e il far pagare ad altri un servizio del quale si gode. Detto questo, la mia porta è sempre aperta».
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