Il sindaco Alessandro Rapinese e la sua giunta accelerano sul tema dei taxi e punta ad incrementare le licenze del 51%. Questo significa 23 nuovi mezzi che, complessivamente, saliranno a 68 dagli attuali 45. Impossibile ipotizzare tempi anche perché ora la palla, come ha spiegato l’assessore al Commercio Michele Cappelletti passa ora agli uffici che dovranno predisporre il bando e poi vagliare le offerte. Il tutto dovrà successivamente entrare a regime ed essere integrato con le turnazioni del servizio (il nuovo sistema dovrebbe iniziare dai primi giorni di aprile).
L’amministrazione comunale aveva commissionato uno studio esterno per valutare di quanto sarebbe necessario incrementare la dotazione dei taxi in città per garantire la sufficienza di mezzi in base alle richieste. L’approfondimento, da cui poi è scaturita la delibera approvata dalla giunta mercoledì si è basato «sull’analisi della domanda di mobilità effettiva, potenziale e debole», ancora «sull’analisi dell’offerta del servizio taxi e di altri servizi di trasporto di linea e non di linea e sulla commisurazione dell’offerta taxi alla domanda» e «sull’individuazione del bacino di traffico del servizio taxi».
Oggi le auto sono insufficienti
I risultati hanno evidenziato come «nella città di Como, il fattore che appare maggiormente critico, fra tutti quelli indicati dall’Art (Autorità di regolazione dei trasporti, ndr) è chiaramente quello della disponibilità del servizio, specialmente durante l’alta stagione (aprile-ottobre), dandosi atto, peraltro, della circostanza che ormai il flusso turistico sembra ampliarsi ulteriormente anche ad altri mesi dell’anno».
L’analisi delle criticità
Le segnalazioni della mancanza di taxi (si va da casi di turisti arrivati in città senza essere riusciti a raggiungere la struttura alberghiera dove alloggiavano per mancanza di mezzi a comaschi rientrati a Como in treno e costretti a telefonare a tarda sera ad amici e parenti per farsi dare un passaggio dalla stazione a casa a una lunga serie di disagi) sono state numerose nel corso della scorsa stagione turistica, ma i problemi si erano già manifestati nel 2022 e infatti la questione era finita tra i temi della campagna elettorale.
In base all’analisi effettuata dalla società incaricata da Palazzo Cernezzi è emersa la «necessità di incrementare la disponibilità del servizio di almeno il 51%, pari ad un incremento di 23 licenze, al fine di poter recuperare l’attuale domanda potenziale pregressa e di dare risposta alla domanda attesa a breve e medio termine».
È stato anche determinato il valore delle nuove licenze per i taxi: la stima è pari a 135mila euro per ciascuna autorizzazione. Un particolare: la legge Bersani sulle liberalizzazioni all’articola 6 prevede la possibilità per i Comuni di attribuire, con atto motivato, nuove licenze taxi, precisando che i proventi derivanti dalla assegnazione delle nuove licenze «… sono ripartiti in misura non inferiore all’80 per cento tra i titolari di licenza di taxi del medesimo comune». In pratica significa che i 45 tassisti attualmente in servizio incasseranno l’80% di ciascuna delle 23 nuove licenze. Si parla, per tradurla in pratica, di 2,5 milioni su 3,1 milioni di euro stimati come incasso minimo dall’amministrazione. Questo vuol dire 55mila euro per ciascuno dei 45 tassisti attuali. Nel bando che verrà predisposto dagli uffici di Palazzo Cernezzi verrà ovviamente prevista la possibilità di presentare un’offerta economica più alta dei 135mila euro e questo concorrerà alla determinazione del punteggio.
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