Teatro nuovo di Rebbio: il Tar boccia il ricorso della parrocchia

Il caso Per i giudici la pubblica sicurezza è a rischio: manca il certificato di prevenzione incendi. Già fatti alcuni lavori. L’amministrazione aveva ordinato la chiusura, ma la parrocchia ha presentato ricorso chiedendone la sospensione

Le porte del Teatro Nuovo di Rebbio resteranno chiuse, momentaneamente ma senza deroghe. Con la conseguente sospensione dei circa quaranta eventi di beneficenza organizzati da qui a giugno. Lo ha stabilito il Tar con un’ordinanza cautelare in cui si respinge la richiesta avanzata dalla parrocchia San Martino guidata da don Giusto Della Valle e seguita dai legali Vincenzo Latorraca e Michela Luraghi (che su questo caso hanno lavorato “pro bono”, senza quindi che la parrocchia debba pagare le spese legali compensate tra le parti dall’ordinanza del Tar).

La storia ha inizio a giugno, quando con un esposto anonimo viene notificato alla parrocchia che il teatro (di cui è proprietaria) non è a norma. All’esposto segue una visita dei Vigili del fuoco in sede, che, dopo aver studiato i documenti relativi alla struttura, spiegano quali sono gli adempimenti da mettere in atto per rispettare la normativa anti incendio. La macchina della parrocchia quindi si attiva e, tra giugno e novembre, vengono spesi circa 22mila euro in interventi e controlli tecnici.

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La commissione di vigilanza

Si tiene invece il 22 novembre la riunione della commissione comunale vigilanza pubblici spettacoli, durante la quale, secondo quanto raccontato da don Giusto, alla parrocchia viene chiarito che il teatro deve essere adeguato a una normativa diversa rispetto a quella indicata in precedenza e che, pertanto, l’attività deve essere sospesa. Ecco quindi che, dopo il parere della commissione, tocca all’Amministrazione comunale che con un’ordinanza, datata 26 novembre, vieta la prosecuzione delle attività all’interno della struttura di via Lissi.

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Il parere dei giudici

Divieto contro cui la parrocchia di Rebbio si è appellata ai giudici amministrativi, con l’esito pubblicato ieri mattina. «Il Comune - hanno commentato i legali della parrocchia - ha ritenuto di intervenire, paradossalmente, quando la parrocchia nel frattempo si era attivata per adempiere alle richieste di adeguamento dei vigili del fuoco, senza che fossero emerse, in precedenza e nel corso della riunione della commissione di vigilanza, esigenze cautelari, invece repentinamente inserite nel provvedimento di sospensione dell’attività».

Nell’ordinanza del Tar si legge che, tenuto conto del «bilanciamento degli interessi in gioco», ovvero «il pregiudizio lamentato dalla ricorrente» e cioè il fatto che la parrocchia abbia provato di aver già effettuato diversi dei lavori richiesti, e «la tutela del preminente interesse di pubblica sicurezza e incolumità degli utenti», si è deciso di dare maggiore risalto a quest’ultimo.

I giudici infatti hanno evidenziato nell’ordinanza che al teatro mancano sia l’autorizzazione amministrativa - venuta meno a fine novembre con l’ordinanza di chiusura - sia il certificato di prevenzione incendi. Finisce qui, dunque, la vicenda? No, perché se da un lato la parrocchia sta valutando di passare la palla al Consiglio di Stato, dall’altra quella pubblicata ieri dal Tar è solo un’ordinanza relativa alla richiesta di sospensiva, mentre la discussione e la decisione nel merito della vicenda devono ancora svolgersi.

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L’attesa delle certificazioni

L’alternativa è che le autorizzazioni che ancora non sono state rilasciate arrivino prima della decisione del Tar. La parrocchia, in effetti, ha già chiesto un nuovo parere preliminare al comando dei Vigili del fuoco, alla luce degli adempimenti effettuati. Seguirà quindi una nuova riunione della commissione comunale di vigilanza e quindi una nuova presa di posizione del Comune. Le tempistiche, però, in questo secondo caso sembrano essere più lunghe rispetto al percorso giudiziario che potrebbe proseguire davanti al Consiglio di Stato.

A preoccupare la parrocchia è soprattutto l’impossibilità di proseguire le attività benefiche e di raccolta fondi che erano solite svolgersi al Teatro Nuovo per un periodo di tempo non meglio definito ma che, ora come ora, non sembra certo breve.

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