Tensione tra Comune e Azienda Sociale: «Siamo preoccupati per i bimbi in affido»

Servizi alla persona Lettera di 24 genitori: «Dietro a quelle realtà persone che ci aiutano». Timori per il divorzio da Como. L’assessore Roperto: «Garantiamo un’assistenza di qualità»

Lo stallo sul futuro (e per certi versi pure il presente) di Ascomlar, l’azienda sociale comasca e lariana che eroga una serie di servizi indispensabili per i più fragili, preoccupa le famiglie che hanno uno o più bambini in affido. E così 24 genitori hanno deciso di scrivere una lettera aperta, recapita anche al sindaco Rapinese e all’assessore ai Servizi sociali Nicoletta Roperto, per lanciare l’allarme.

Il 31 dicembre è scaduto l’accordo tra la stessa Ascomlar e gli altri enti sovracomunali comaschi come Asci di Lomazzo e Asc Galliano di Cantù per la gestione sovradistrettuale degli affidi. Questo ha causato per molte delle circa quaranta famiglie che hanno figli in affido la brusca interruzione di tutta una serie di servizi quali il servizio psicologico e quello di assistenza sociale sia per le famiglie stesse che, soprattutto, per i bambini.

La lettera

Da qui l’allarme dei genitori affidatari: «Al centro di tutto» scrivono, ci sono «bambini che hanno visto troppo, che hanno sentito troppo e che, troppo spesso, hanno smesso di aspettarsi qualcosa di buono. Essere una famiglia affidataria non è come accogliere un ospite. L’affido è un’opera di ricostruzione». E per garantire quella ricostruzione è indispensabile la presenza «dello Stato» attraverso «i servizi sociali», che «non sono semplici osservatori burocratici, ma guide preziose» se la rete funziona. Altrimenti «la loro presenza è incostante, frammentaria». Se invece lo Stato è presente e il sistema «è ben organizzato» la percentuale di successi nell’affido è altissima. «Nella nostra esperienza - si legge ancora nella lettera - questo è quello che fa il sovradistrettuale Ascomlar, Asc Galliano e Asci che non sono solo sigle ma hanno dei nomi: Katiuscia, Federica, Cristina e molti altri».

Volti e professionalità che «ci hanno rassicurato e dato forza, ma stanno affrontando difficoltà che ci auguriamo trovino risoluzione ed equilibrio».

La replica del Comune

Quelle difficoltà sono legate alle tensioni tra il Comune di Como e gli altri enti pubblici che fanno parte dell’Azienda sociale comasca e lariana.

«Abbiamo ritenuto opportuno - è la risposta alla lettera dei genitori da parte della vicesindaca e assessore ai Servizi sociali Nicoletta Roperto - che il servizio affidi fosse gestito direttamente da noi. Abbiamo équipe dedicate e in parte è stato già affidato a un ente del terzo settore questo servizio». L’ente in questione è la cooperativa Il Manto, legata a Cometa.

«Ma tutte le famiglie - precisa Roperto - sono e continueranno a essere seguite. Capiamo e sappiamo perfettamente quanto sia delicato il servizio e infatti ci siamo attivati fin da subito per garantire continuità».

Molti genitori, però, lamentano la perdita di punti dei loro punti di riferimento: «Alcune famiglie sono già seguite dalla tutela minori e dall’équipe famiglia del Comune. Quest’ultima l’abbiamo creata noi per cercare di arginare le problematiche ed evitare che sfocino poi nella tutela. Comprendiamo la preoccupazione e, se i genitori ritengono che il servizio sia migliore altrove (ci sono famiglie che hanno spostato la residenza del figlio in affido da Como ndr), non è che io posso dire loro di non farlo. Ma come assessore posso garantire che il servizio affidi funziona ed è di qualità».

© RIPRODUZIONE RISERVATA