Tentato omicidio fuori dal Venus, in due finiscono davanti al giudice

L’accoltellamento L’accusa più grave non solo per chi ha sferrato il fendente. Anche chi era con lui in aula per lo stesso reato: sapeva che l’amico era armato

La sua posizione sembrava defilata, quantomeno meno grave rispetto a quella dell’amico che, dal giorno dei fatti, è detenuto nel carcere minorile del Beccaria. Invece, è notizia di queste ore, anche Niccolò Battistoni – 19 anni di Como, che si trova ai domiciliari - sarà chiamato a rispondere di tentato omicidio in concorso, aggravato dai futili motivi. Il pm Simone Pizzotti ha chiuso le indagini sul fatto di sangue avvenuto all’esterno della discoteca Venus Club alle prime ore del mattino del 3 marzo. Il pm ha chiesto e ottenuto dal giudice il giudizio immediato, ed ora la difesa – con l’avvocato Alessandro Giussani – valuterà riti alternativi. L’udienza è fissata per il 12 novembre.

La doppia inchiesta

Le indagini sul tentato omicidio di via Sant’Abbondio si sono concluse anche per il minore di origine tunisina, 17 anni di Como e amico di Battistoni, che aveva materialmente inferto la coltellata al fianco di un ventenne finito nel reparto di Rianimazione del Sant’Anna in gravi condizioni. Il minore, assistito dall’avvocato Andrea Marino Crepazzi, ha già chiesto l’abbreviato, ma l’udienza deve ancora essere fissata.

Sono questi gli sviluppi del doppio fascicolo aperto (a Milano per il minore, e a Como per il maggiorenne) per l’aggressione all’esterno della discoteca nata da una lite (solo verbale) all’interno del locale. Ad entrare in conflitto due gruppi di giovani. Il minore arrestato, era stato ricostruito nelle indagini, aveva anche avvisato un rivale: «Ti aspetto fuori, ho affilato il coltello, ti taglio la gola». Il tutto per un banalissimo diverbio, riassumibile nella contestazione dei «futili motivi», nato per una spinta ad una ragazza.

L’inchiesta aveva però in cella anche un maggiorenne, in quanto aveva preso parte alla lite pur senza essere armato. Un ruolo, il suo, all’apparenza diverso rispetto e meno grave di quello dell’amico. Invece la Procura ha confermato anche per lui l’accusa di tentato omicidio in concorso aggravato dai futili motivi.

Secondo l’accusa Battistoni era a conoscenza del fatto che l’amico fosse armato, anche perché quest’ultimo se ne era vantato in discoteca. Nonostante questo, però, aveva preso parte al diverbio fuori dal locale, fornendo dunque – sempre secondo il pm – un appoggio ed un aiuto nel corso dell’aggressione avvenuta «da tergo» con persone con cui in precedenza «c’erano stati degli screzi». Insomma, per il pm il maggiorenne avrebbe accettato lo scontro pur sapendo dell’arma dell’amico.

Intervenuto per sedare una lite

Il ferito tra l’altro, occorre ricordare, non era nemmeno il ragazzo con cui c’era stata la lite all’interno della discoteca, bensì un amico che era intervenuto in un secondo momento. Tutte le persone presenti alla lite in strada erano state sentite dagli inquirenti. Il coltello era stato recuperato dalla polizia ancora conficcato nel fianco della vittima. L’intera scena, inoltre, era stata ripresa da un uomo che si trovava nel vicino parcheggio di via Sant’Abbondio.

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