Tessile, accordo per la fase due
Adesso la ripartenza è vicina

Imprese e sindacati firmano il protocollo di sicurezza Atteso decreto del governo: via libera anche all’arredo?

Potrebbero riprendere lunedì 20 o mercoledì 22 aprile le attività del settore tessile-moda. Una decisione del governo è attesa per oggi o al più tardi lunedì, favorita anche dal protocollo firmato ieri da Confindustria Moda, la federazione della filiera produttiva che raggruppa oltre 65mila imprese con 580mila dipendenti, e le organizzazioni sindacali Femca-Cisl, Filctem-Cgil e Uiltec-Uil. L’intesa definisce le modalità per la ripresa sulla base della specificità del settore.

Cosa prevede

Il protocollo prevede ingressi scaglionati per i dipendenti con il controllo della temperatura corporea. Per quanto riguarda il trasporto da casa al luogo di lavoro, ai lavoratori sarà chiesto di utilizzare preferibilmente mezzi propri, utilizzati individualmente. Ciascuna azienda fornirà ad ogni dipendente un numero adeguato di mascherine, con priorità per gli addetti ai reparti ad alta intensità di lavoro dove sarà inoltre necessario l’uso di guanti, occhiali, tute, cuffie e camici conformi alle disposizioni delle autorità sanitarie. Le imprese dovranno mettere a disposizione anche detergenti per le mani e saranno chiamate a gestire gli spazi comuni, come mensa e spogliatoi, con ingressi contingentati, permanenza per tempi ridotti e mantenimento della distanza di un metro tra le persone. Per quanto riguarda i fornitori esterni, saranno definite procedure di ingresso, transito ed uscita con percorsi separati e il rispetto del distanziamento sociale.

Sono poi previste policies per la pulizia giornaliera e la sanificazione settimanale dei locali. Le imprese dovranno inoltre rimodulare i livelli produttivi, definendo nuovi piani di turnazione, cancellando le trasferte di lavoro e verificando la possibilità di mantenere in smart working tutti gli uffici diversi dalla produzione. Cancellati a tempo indeterminato anche le riunioni, gli eventi aziendali e le attività di formazione in aula. Ora sindacati e imprese auspicano che il protocollo venga recepito all’interno del decreto atteso entro lunedì e successivamente applicato nelle singole aziende.

Il documento, precisa Claudio Marenzi, presidente di Confindustria Moda «è stato redatto nel rispetto delle normative e delle più stringenti indicazioni delle autorità sanitarie nazionali ed internazionali, con l’obiettivo di coniugare il valore primario della salute con la tutela economica dell’assetto produttivo italiano”. Il protocollo dovrebbe trovare applicazione anche nelle imprese artigiane che del resto, come spiega Lorenzo Frigerio, presidente del settore tessile di Confartigianato Como, «si erano già attrezzate prima della chiusura e hanno utilizzato questo periodo di fermo per migliorare i sistemi protettivi». Frigerio evidenzia come «siamo tutti preoccupati sotto il profilo sanitario, ma lo siamo altrettanto sotto quello economico: se non ci sarà la riapertura in tempi brevissimi, sarà molto difficile restare sul mercato, perché i nostri competitor non hanno chiuso oppure hanno già riavviato l’attività».

Sbloccare l’economia

Un punto di vista condiviso anche dal sindacato di categoria. «Fermare il settore tessile a Como – dice Serena Gargiulo della Uiltec Uil del Lario – significa bloccare l’economia del territorio: siamo quindi favorevoli alla ripresa ma nell’assoluto rispetto del protocollo di settore che non sarà facile mettere in pratica soprattutto nelle realtà medio-piccole. Alcune aziende comasche sono già pronte, lo abbiamo verificato – conclude Gargiulo –, ma occorre fare attenzione dove il sindacato non è presente».

Non ci sono ancora aggiornamenti invece per la filiera del legno e arredo, che potrebbe rientrare tra quelle “sbloccate” prima del 3 maggio, come richiesto fortemente dalle imprese anche del distretto brianzolo, anche se per ora non vengono ipotizzate date per la riapertura. (Guido Lombardi)

© RIPRODUZIONE RISERVATA