Test per Medicina, cambiano le regole. Ragazzi e docenti: «Peggio di prima»

Università Il Governo studia una nuova formula, con quesiti presi da una banca dati “aperta”. Slitta la prima prova di febbraio, gli studenti: «Due esami ravvicinati? Non proprio il massimo»

Il test per accedere alla facoltà di Medicina slitta e va verso una rimodulazione, con il superamento dell’attuale Tolc Med gestito dal consorzio Cisia. Al suo posto, quesiti presi da una banca dati aperta e visibile a tutti, con la possibilità quindi di prepararsi su domande che potenzialmente potrebbero finire nel test. Questa la novità che, nelle ultime ore, ha scosso gli aspiranti medici, tra i quali ci sono molti studenti comaschi. La prima sessione di prove, inizialmente prevista per febbraio, andrà probabilmente a marzo o aprile, a cui seguirà a breve distanza la seconda. Al cambiamento del test sta lavorando il ministero dell’Università, dopo i ricorsi presentati l’anno scorso dagli studenti contro il Tolc.

Le voci dei giovani

I ragazzi, che nel frattempo continuano a studiare per prepararsi al meglio, seguiranno con attenzione i prossimi passaggi e non nascondono qualche perplessità. «Io avevo fatto un tentativo in quarta, il Tolc mi era sembrato fattibile, anche se alcuni argomenti non li avevamo trattati in classe – spiega Paolo Selmi -. Averne ora due vicini da preparare non è il massimo. Se avessi più tempo, sarebbe meglio. Questo crea qualche problema». Matteo Calabrò è felice che la prova slitti di qualche settimana. «Avevo un po’ accantonato lo studio, a luglio avevo avuto un risultato buono senza prepararmi eccessivamente – ammette -. Già il fatto che non sarà subito a febbraio, per me è meglio. La modalità nuova di avere un pool di domande aperte, secondo me, considerando che saranno moltissime, non cambierà poi di molto le cose. Non lo vedo come un vantaggio».

«A me sembra meglio farlo a marzo, ho più tempo per prepararmi anche se così la seconda sessione sarà a ridosso degli esami - è il commento di Emma Clerici -. L’anno scorso mi sono capitate domande molto difficili, oltre allo studio anche di ragionamento, spero che ora sia più semplice. Se modificano, spero diano più opportunità anche per entrare. Molti si impegnano e per la valutazione di un test restano esclusi dall’università che vogliono fare».

«Io ho superato il test, anche se i ricorsi presentati mi avevano preoccupato – ammette Andrea Colombo, ora al primo anno in Bicocca - Secondo me il metodo adottato l’anno scorso era più comodo rispetto a quello degli anni precedenti, si avevano più opportunità, quattro in tutto tra quarta e quinta superiore. Credo che passi chi è ben preparato: se aumentassero i numeri, si rischierebbe di creare problemi all’insegnamento, per una questione di spazi. Togliere il test? Non sono convinto. Saper rispondere alle domande e avere una buona preparazione aiuta a superare il primo semestre». Così Silvia Moscatelli: «Certamente questo nuovo calendario non fa piacere a noi candidati del quinto anno perché si avvicina inesorabilmente agli esami di maturità. Ritengo però che la richiesta espressa dalla ministra Anna Bernini, di basare il nuovo test su quesiti selezionati da una banca dati aperta e pubblica, archiviando anche il meccanismo di equalizzazione, sia corretta. Questo permetterebbe infatti anche a coloro che non frequentano una scuola secondaria prettamente scientifica, ad esempio io frequento il liceo classico, di entrare in una facoltà dove le competenze necessarie richieste sono di base scientifiche».

Il parere dell’insegnante

Marina Protasoni, docente di anatomia e medicina all’Insubria, nutre qualche dubbio sull’eventuale cambiamento: «Finché non vedremo il decreto nel quale si esplicitano le modalità del test di ammissione, è difficile esprimersi. Fare un test su un pool di domande che rimane agli studenti prima mi lascia perplessa, così forse si va a “premiare” coloro che hanno molta più memoria che non conoscenze. Mi lascia perplessa anche un cambiamento a ridosso di un altro cambiamento che c’è stato l’anno scorso. Qualunque test si proponga, in ogni caso, si lascia fuori qualcuno. Ma un corso di laurea così, dove ci sono molte ore di esercitazione e all’interno dell’ospedale per diventare un buon dottore, rende difficile poter ammettere tutti».

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