Dal Ticino l’attacco ai negozi comaschi: «Manodopera sfruttata»

La polemica Post al vetriolo di Massimo Suter, presidente di GastroTicino, dopo un servizio di “Patti Chiari” (Rsi) sulla convenienza della spesa in Italia

Como

È un duro attacco quello che il presidente di GastroTicino, Massimo Suter, ha rivolto via social al nostro Paese dove la puntata di “Patti Chiari” - trasmissione di approfondimento della Rsi - in cui di fatto è stato certificato che «in Italia costa tutto (o quasi) meno», a cominciare dal parrucchiere. «Tutto costa meno in Italia, vero? Forse perché gli operai lavorano sette giorni su sette, 14 ore al giorno, con ferie praticamente inesistenti? - l’incipit dell’affondo del presidente di GastroTicino -. Noi siamo furbi. Andiamo a Ponte Tresa a fare shopping, le unghie o a cena, chiudendo entrambi gli occhi su queste situazioni. Tanto finché tocca agli altri, tutto a posto, no?».

Poi il lato Svizzera della vicenda, dove - secondo Massimo Suter - «è tutto troppo caro e chissà perché? Forse perché pretendiamo condizioni dignitose, tutele e rispetto per il lavoro? A Ponte Tresa o in Italia in generale, nessun problema. Basta ignorare e il gioco è fatto».

Il presidente di GastroTicino si è spinto anche oltre, definendo quella in essere sul nostro lato del confine “una “tratta moderna” degli esseri umani”. Parole pesanti come macigni che hanno subito scatenato veementi reazioni via social. «Le condizioni su cui si chiudono gli occhi sono quelle ticinesi, con lo sfruttamento di manodopera frontaliera, salari bassi (che definirli “minimi” è una barzelletta), dove si pagano gli straordinari con una pizzetta», si legge in uno dei tanti commenti al post del presidente di GastroTicino.

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