Ticosa, l’idea della non-bonifica: «Spesi milioni, sarebbe assurdo»

L’ex tintostamperia Con il parcheggio basterebbe la “tombatura”. Il consigliere Nessi: «Possibile grave danno economico». Il sindaco: «Procedura ancora aperta»

La parola fine all’annosa questione della bonifica del sottosuolo dell’area della ex Ticosa potrebbe coincidere con la “tombatura” dell’amianto ritrovato sotto la “cella 3” (uno spazio di 5.700 mq a ridosso della vecchia centrale termica Santarella). È questa l’ipotesi che sta prendendo corpo sul filo che collega Palazzo Cernezzi e la società Acinque, che ha presentato un progetto di partenariato pubblico privato per la realizzazione di un parcheggio con hub energetico nei 42mila metri quadri di via Grandi.

Ridurre il contributo pubblico

Il piano finanziario presentato nel gennaio scorso prevedeva, per la bonifica, un costo di 8 milioni di euro e un investimento del pubblico di 17 milioni di euro a fronte di 10 a carico della multiutility. Numeri che hanno portato l’amministrazione comunale a chiedere ulteriori approfondimenti anche alla luce degli aumenti delle tariffe della sosta. L’indicazione è quella, ovviamente, di ridurre il contributo pubblico. E un abbassamento dei costi potrebbe passare anche da una bonifica meno costosa.

La questione è emersa lunedì in consiglio con un’interrogazione del capogruppo di Svolta Civica Vittorio Nessi che ha ripercorso le tappe e sottolineato come «l’effetto del ripiegamento sull’ipotesi di messa in sicurezza permanente al posto della bonifica totale del terreno porterebbe a una serie di limitazioni sia in termini di utilizzo futuro del mappale stesso sia, di conseguenza, per l’eventuale vendita dell’intera area». La “tombatura” dei materiali pericolosi come l’amianto consente, ad esempio, un parcheggio, ma non la realizzazione di edifici. Nessi ha poi aggiunto che «compito della minoranza è mettere in guardia su possibili responsabilità contabili che potrebbero derivare da una scelta del genere. Mi riferisco al grave danno economico rappresentato dai costi di bonifica totale sin qui affrontati, da una limitata utilizzazione futura del compendio e dalla svalorizzazione patrimoniale in caso di vendita».

La replica del sindaco

Dal canto suo il sindaco Alessandro Rapinese ha parlato di «procedura aperta» senza entrare nel merito e precisando che «si stanno raccogliendo tutti gli elementi per poter decidere» e ha anche invitato il consigliere Nessi «a fare domande su atti che esistono».

Sul tema bonifica l’amministrazione Landriscina, dopo il secondo flop dell’appalto aveva chiesto un supporto esterno per trovare strade alternative e la “messa in sicurezza permanente”, secondo quanto era emerso allora, significa un risparmio temporale considerevole come pure economico (le stime parlavano, tra anni fa, di circa 4,5 milioni di euro). Nella relazione tecnica si diceva che la “tombatura” «libererebbe l’area a costi molto più bassi, ma comporterebbe l’impossibilità di edificare sulla stessa “cella 3”, in quanto gravata da vincolo» ma che si sarebbe dovuta fare una variante al piano di bonifica oltre a un supplemento di indagini. Nel luglio del 2022, con Rapinese insediato da pochi giorni, il primo cittadino aveva dichiarato: «Ovvio che per realizzare un parcheggio non serve la stessa bonifica necessaria per fare un campo di grano. Le future generazioni, se poi vorranno realizzare altro in Ticosa, potranno muoversi di conseguenza. Quel parcheggio renderà un sacco di soldi alla città oltre a risolvere problemi di vivibilità». Ora non resta che attendere la proposta finale di Acinque.

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