Traffico di contanti e oro: undici assolti e una condanna

Il processo Crolla l’ipotesi di una presunta associazione di “spalloni”. Pena di 3 anni contro i 30 chiesti dall’accusa. I legali: «Ricostruzione fragile»

Undici assoluzioni su dodici, un solo capo d’imputazione riconosciuto dei 18 previsti, tre anni totali di pena inflitti rispetto ai 30 che erano stati chiesti, con il reato associativo dichiarato prescritto (con la conseguenza lettura del «non doversi procedere») e tutte le altre imputazioni concluse con l’assoluzione «perché il fatto non sussiste».

L’indagine

È stata questa la fine – con il dispositivo letto ieri mattina dal Collegio di Como – di un maxi processo partito da una indagine della guardia di finanza che risaliva addirittura al periodo tra il 2015 e il 2017. Al centro dell’attenzione era finita una presunta associazione attiva nel Comasco e dedita (si leggeva nell’accusa) a «condotte di riciclaggio e commercio non autorizzato di oro» e pure di «riciclaggio di denaro proveniente da reati finanziari».

Secondo la procura, in un fascicolo che aveva girato mezza Italia per poi trovare la competenza territoriale su Como, l’associazione in questione aveva compiuto «numerose attività di riciclaggio di valuta e oro, con diversi soggetti coinvolti in modo stabile e incontri settimanali». Nel gruppo, aveva concluso sempre l’accusa, c’erano gli autisti che portavano valuta e oro da una parte all’altra del confine, ma c’erano anche intermediari che raccoglievano clienti e pure chi metteva a disposizione auto con doppi fondi.

Ma questo impianto accusatorio, alla prova dei giudici, non ha retto crollando quasi completamente con un solo capo di imputazione rimasto in piedi su 18. Assolti dunque «perché il fatto non sussiste» Manuel Bernasconi (56 anni di Varese), Paolo Lurati (51 anni di Como), Alberto Gerola (65 anni di Cremona), Roberto Ometto (60 anni di Vicenza), Piermario Betti (69 anni di Como), Francesco Maiorana (69 anni di Trapani), e assoluzione anche (come chiesto anche dalla procura) per Tiberio Bianchi (68 anni di Como), Davide Perazzini (60 anni di Rimini), Arnaldo Caramazza (70 anni di Moltrasio), Alessandro Beltrami (51 anni di Mendrisio), Libero Valsangiacomo (60 anni, svizzero). Accolte dunque le richieste delle difese con gli avvocati del foro di Como Giuseppe Sassi, Ilvo Tolu, Fabrizio Lepore, Fabio Gualdi e Walter Gatti.

Le arringhe

Legali che, nelle loro arringhe al termine dell’istruttoria, avevano parlato di «ricostruzione fragile», senza «nulla che potesse provare l’esistenza di una associazione». Perché secondo gli avvocati, in questa indagine non si sapeva «quanto, come e in che momento» i soldi uscirono dall’Italia per andare all’estero.

Le motivazioni non sono note, ma è possibile che i giudici abbiano ritenuto non provata la provenienza illecita dei soldi che passavano il confine e che un ruolo possa aver giocato anche la mancanza di approfondimenti sull’oro sequestrato e sulla sua purezza. Una condanna a tre anni è stata comunque letta, ed ha colpito Ivan Arnaboldi (64 anni di Maslianico) per una operazione che aveva riguardato il tentativo di far rientrare in Italia una somma di oltre 200 mila euro dagli Emirati Arabi.

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