Cronaca / Como città
Sabato 23 Dicembre 2023
Ridotti a “rubarsi” gli infermieri: in dieci dal Valduce al Sant’Anna
La crisi della sanità Lavorano tutti nel Pronto soccorso di via Dante, a breve se ne andranno. Hanno vinto il concorso di Asst. Sono le conseguenze della drammatica carenza di personale
Dieci infermieri del Pronto soccorso lasciano il Valduce. In questi giorni hanno presentato le loro dimissioni e il motivo è per tutti lo stesso: hanno vinto il concorso aperto dall’Asst Lariana.
L’ex azienda ospedaliera infatti ha appena terminato un bando per assumere 130 infermieri, una figura professionale che manca in tutti i presidi e che non si riesce più a reperire. Adesso però, senza dieci infermieri, il Pronto soccorso del Valduce rischia la paralisi. Uno o due colleghi sono sostituibili, ma qui si parla praticamente dell’organico dell’intero reparto.
Le reazioni
«Purtroppo è così, è vero e ci dispiace, anche se è lecito e fa parte del gioco – spiega il direttore sanitario del Valduce Riccardo Bertoletti – Abbiamo cercato un confronto per capire le motivazioni, se ci fosse un malessere di fondo. Ma l’intenzione di questi professionisti è andare verso il Sant’Anna, in una realtà più grande. Del resto hanno vinto il concorso e quel grande concorso sta drenando da più parti preziosi infermieri. Noi stiamo cercando di puntare molto sulla formazione degli infermieri e dei medici, in vista dei cantieri per costruire un nuovo Pronto soccorso». Una palazzina staccata dal corpo centrale nuova da realizzare in parte sul parcheggio lato via Ferrari per la quale l’ospedale ha già incassato tutti i permessi necessari.
Per cercare di trattenere gli infermieri il Valduce ha convocato più riunioni, attivando un dialogo anche con le altre risorse interne all’ospedale. Per capire se ci sono colleghi che da altri reparti possano sopperire alla imminente carenza. L’alternativa è ricorrere alla libera professione. Non manca molto, da gennaio i dieci fuoriusciti prenderanno servizio all’Asst Lariana.
Corsa contro il tempo
«Non abbiamo molto tempo – dice ancora Bertoletti – ma non possiamo fare altro che rimboccarci le maniche e cercare senza sosta altri infermieri. Qualche unità è rimpiazzabile, ma tutti in blocco non è affatto semplice. Noi come noto stiamo continuando a importare nuovi infermieri dall’estero. In particolare dal sud America, dal Perù, tramite un’agenzia esterna. Ma non è un canale semplice e veloce. Aiuta, può funzionare, ma serve tempo. Ci vogliono mesi per completare e mandare in porto tutte le pratiche burocratiche. E una volta superati tutti gli ostacoli formali serve un periodo di inserimento e affiancamento per abituare i nuovi arrivati alla nostra tipologia di lavoro ed anche per ragioni linguistiche».
Certo in questo momento la carenza di infermieri riguarda tutti, dagli ospedali alle Rsa come pure per i servizi domiciliari. E così tutti gli enti sanitari fanno a gara per attrarre dalle realtà concorrenti questi preziosi sanitari, lasciando interi reparti sguarniti. Trovare alternative non è semplice in particolare per i servizi di emergenza e urgenza dove i turni sono molto pesanti.
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