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(Foto di archivio)
Il caso Arriva la risposta a una richiesta di chiarimento avanzata dai pendolari delle ferrovie lombarde - Palazzo Lombardia aveva limitato i risarcimenti
Bonus e indennizzo non sono incompatibili, secondo l’Autorità di regolazione dei trasporti i rimborsi per i ritardi di Trenord possono scattare con più facilità.
I rappresentanti dei viaggiatori, con il supporto di Assoutenti e dei comitati, si erano rivolti all’autorità nazionale per domandare chiarimenti circa la riforma varata dalla Regione lo scorso inverno. Come noto, Regione e Trenord hanno abolito il vecchio bonus, un risarcimento automatico mensile per i disservizi ferroviari a favore dei viaggiatori. In sostituzione hanno invece potenziato il già esistente indennizzo, una forma di rimborso che però è basato su meccanismi più stringenti e che dunque viene erogato con minore frequenza.
«La risposta ricevuta dall’Autorità dei trasporti – scrivono i rappresentanti dei pendolari - conferma che il vecchio bonus costituiva una fattispecie avente causa e natura diverse dall’indennizzo e che l’Autorità non ha emesso alcun provvedimento o direttiva che possa in alcun modo impedire la conferma o riproposizione di tale bonus». Insomma la scelta della Regione di pensionare il bonus con il nuovo contratto d’appalto assegnato ancora a Trenord non era una misura dovuta, chiesta dall’alto. «Per quanto riguarda la percentuale di riconoscimento dell’indennizzo – spiegano ancora i pendolari - il valore di riferimento per il ritardo di quindici minuti e gli altri indici utilizzati ai fini del calcolo del valore soglia, l’Autorità ribadisce che “nulla osta i gestori dei servizi a considerare dei valori soglia più stringenti, che vadano ad accrescere i livelli di tutela per gli utenti”». Quindi Regione e Trenord possono modificare i parametri dell’indennizzo affinché favorisca più i viaggiatori e meno l’azienda. Nel calcolo dell’indennizzo possono per esempio rientrare anche i treni parzialmente soppressi, oggi esclusi dai conteggi. Inoltre i viaggiatori si lamentano perché per gli abbonamenti integrati si tiene conto solo di un valore medio dei ritardi delle varie tratte per l’ottenimento dei rimborsi.
«A questo punto, chiediamo a Regione Lombardia ed a Trenord l’adozione di forme di tutela per gli utenti che portino ad un riconoscimento di rimborsi a fronte dei disservizi a livelli quantitativamente e qualitativamente almeno pari a quelli in essere col vecchio “bonus”, nonché fruibili in termini reali anche da parte dei possessori di titoli integrati».
Per confrontare l’indennizzo e il bonus è possibile fare un confronto dal 2023 fino a marzo 2024, fino a quando insomma le due misure di compensazione erano entrambe in vigore. In questo periodo sulle tratte comasche il bonus è stato erogato venti volte, l’indennizzo solo sei. I dati mensili da noi presi in considerazione pubblicati da Trenord riguardano le direttrici Chiasso-Milano, Asso-Milano, Como-Lecco e Como-Cadorna. Nella prima parte dell’anno i disagi sono stati pochi e i rimborsi non sono scattati. Poi tra settembre 2023 e marzo 2024 i ritardi sono sempre stati tali da far scattare la misura del bonus. Su sette mesi sei volte sulla Como-Chiasso, cinque sulla Como-Cadorna, altrettante sulla Como-Lecco e quattro sulla Asso-Milano. Invece l’indennizzo è stato erogato zero volte sulla Como-Chiasso, una sulla Como-Cadorna, due sulla Como-Lecco e tre sulla Como-Asso.
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