
Cronaca / Como città
Domenica 09 Marzo 2025
Trenord, i treni non hanno solo problemi di ritardi: triplicate le rapine a bordo
I numeri Dai furti alle minacce, molestie e atti osceni. Viaggiare sulle tratte lombarde è sempre più pericoloso. L’assessore Lucente: videosorveglianza sui nuovi treni
Non solo ritardi. I dati del “Focal point security” di Trenord - piattaforma che raccoglie le segnalazioni del personale di bordo - documentano un importante incremento degli eventi cosiddetti “critici” a bordo dei treni regionali. Tutti gli indicatori relativi al 2024 segnalano il medesimo trend di crescita: 101 le rapine denunciate (contro le 36 dell’anno precedente, per un incremento del 180%), 432 i furti (contro 206, +110%), 56 gli atti osceni (nel 2023 furono “solo” 27, +107%). Il sistema “Fps” cataloga gli eventi per così dire “avversi” dividendoli in codici bianchi, gialli e rossi in funzione della loro gravità. Per capire il livello d’allarme: i codici gialli - nei quali rientrano atti osceni, furti e minacce, senza conseguenze per l’incolumità fisica delle vittime - erano stati 524 nel 2020 (l’anno della pandemia), furono 738 nel 2022, sono saliti a quota 1.135 nel 2024. È impressionante il dato relativo alle rapine a bordo dei treni: le 101 denunciate nel 2024 sono quasi il triplo delle 36 del 2023 e delle 35 del 2022. I dati relativi a minacce e aggressioni, dicono che lo scorso anno ne sono state denunciate circa una al giorno di entrambe.
«I progetti per la sicurezza di Regione Lombardia per affrontare il tema sono ondivaghi e insufficienti, come è il caso del recente annuncio dell’introduzione delle bodycam per il personale viaggiante, o delle guardie giurate - rileva il gruppo del Pd lombardo -. Le bodycam erano già state annunciate nel 2018, ma il progetto non andò in porto. Anche le guardie giurate erano state già introdotte nel 2017, e anche quel progetto fu poi accantonato», anche se «di recente è stato reintrodotto su tre linee per limitati periodi di tempo: S9 (Saronno - Albairate), S1 (Saronno – Lodi) e S13 (Pavia – Milano)».
Il problema, ovviamente, non riguarda soltanto vagoni, passeggeri e personale viaggiante. Il tema della sicurezza riguarda anche gli scali, le stazioni, soprattutto quelle più piccole, in molti casi prive di presidi stabili.
«Per le stazioni - rileva il consigliere del Pd Angelo Orsenigo - basterebbero interventi semplici che noi in Consiglio chiediamo da anni. Mi riferisco all’installazione di tornelli che diano accesso solo a chi effettivamente deve viaggiare, e alla presenza di personale, visto che soprattutto le stazioni più piccole sono sempre meno presidiate, e chi prende il treno non ha nessuno a cui rivolgersi in caso di problemi. In Regione c’è un assessorato alla sicurezza, guidato da Romano La Russa, il fratello del presidente del Senato, che fino a oggi ha adottato quale unico suo provvedimento, o quasi, la gratuità del trasporto per gli agenti delle forze dell’ordine. Per carità, un segno di riconoscimento per il lavoro che fanno, ma non mi si dica che è per aumentare la sicurezza».
Sulla necessità di incrementare gli standard di sicurezza, destra e sinistra convengono. «La collaborazione con gli enti locali è fondamentale - dice l’assessore ai Trasporti Franco Lucente -, con l’intervento degli agenti di Polizia locale anche e soprattutto nelle stazioni, a garantire ordine e sicurezza. Regione Lombardia sta già facendo molto: tutti i 214 treni nuovi che saranno immessi entro il 2025 sono dotati di strumenti per la videosorveglianza. Ma sono d’accordo con pendolari e personale di bordo: ci vuole più sicurezza, soprattutto nelle località maggiormente a rischio come Milano».
© RIPRODUZIONE RISERVATA